lunedì 25 aprile 2016
Al termine del vertice di Hannover il premier Renzi annuncia: da Obama piena disponibilità al loro utilizzo per fermare gli scafisti. Libia, dal G5 informale sostegno al governo di Al-Serraj.

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"Il presidente Usa Barack Obama si è detto disponibile per l'impiego dei mezzi Nato per bloccare il traffico di uomini e gli scafisti, che noi chiamiamo schiavisti". Così il presidente del Consiglio Matteo Renzi al termine del vertice al castello di Herrenhausen, ad Hannover. La disponibilità americana, ha precisato Renzi, va "messa in relazione e in sintonia con quello che sta facendo l'Unione europea", e sempre d'intesa con il governo d'unità nazionale della Libia. "Quello che è fondamentale è che sulla questione migranti la realtà sia più forte di ogni allarmismo. La situazione va monitorata ma i numeri sono diversi da quelli che si leggono sui media. Se in Libia si consolida il Governo potremo mettere la parola fine all'emergenza" ha detto ancora Renzi. "I numeri" dell'arrivo dei migranti in Italia - ha sottolineato Renzi - "sono più bassi del 2014 e uguali a quelli del 2015". Sulla Libia "c'è una disponibilità rilevante da parte della comunità internazionale e questo è un cambio. C'è il pieno sostegno allo sforzo del Governo Al-Serraj. Dobbiamo fare di tutto perché abbia successo" ha detto ancora Renzi. Oltre Barack Obama e Angela Merkel che assieme hanno inaugurato assieme la fiera dell'industria ad Hannover, si sono riuniti nei giardini reali di Herrenhausen ad Hannover il presidente del Consiglio Matteo Renzi, il primo ministro britannico David Cameron e il presidente francese François Hollande per una sorta di G5 informale. Le questioni sul tavolo sono la questione immigrazione, la lotta agli scafisti e quella al terrorismo. Già domenica sera il presidente degli Stati Uniti e la cancelliera tedesca si sono incontrati per un confronto serrato anche su Libia, Siria e Ucraina. Nel corso di una conferenza stampa congiunta hanno espresso forte preoccupazione per la ripresa dei combattimenti ad Aleppo, ribadendo che "la soluzione non può essere che politica" a Damasco; mentre Obama ha spiegato di ritenere "molto difficile creare delle zone di sicurezza", ipotesi rilanciata dalla cancelliera. Per quanto riguarda il tema dei profughi il presidente americano ha toccato quasi un registro sentimentale: Angela "è dalla parte giusta della storia", ha affermato, e "deve essere ammirata" per la sua leadership "coraggiosa". Forse ha compreso così bene i rifugiati, ha spiegato, "perché ha vissuto dietro un muro e sa cosa sia l'aspirazione alla libertà". "Sono orgoglioso anche del popolo tedesco", ha aggiunto a riguardo. Tanti sono stati i temi affrontati dal capo della Casa Bianca. Sull’emergenza clima, Obama ha detto che l'accordo di Parigi non su sarebbe potuto raggiungere senza una forte cooperazione tra Usa e Germania. Frenare l’aumento della temperatura terrestre – ha detto ancora – è uno dei compiti più importanti dei prossimi anni. Poi ancora la Siria, con Stati Uniti – ha detto Obama – sono pronti a un ulteriore invio di 250 militari per aiutare le forze locali. Il presidente americano ricorda poi i principi alla base della Nato: “Abbiamo l'obbligo di difendere ogni membro dell'Alleanza, ed è quello che faremo” – dice. E ancora la richiesta alla Cina di frenare la Corea del Nord sui lanci missilistici. Infine, anche l’economia, con una chiara promessa di Obama: “Il Trattato transatlantico sul commercio e gli investimenti potrà essere concluso entro l’anno”. Centrale in agenda anche la necessità di sostenere il governo libico: "È tutt'altro che facile avere uno Stato adeguato in Libia e siamo concentrati su questo", ha spiegato Merkel. Alla richiesta di Washington di aumentare l'impegno sulle spese militari e di fronte all'insistente sottolineatura dell'importanza del partner tedesco nel contrasto al Daesh (lo Stato Islamico), la cancelliera ha risposto che Berlino è "molto più attiva" - in Iraq, come in Africa, in Siria nel sostegno a Hollande, come in Afghanistan, dove ha ribadito la propria presenza - proprio perché vede "minacciata la propria sicurezza". In un'intervista rilasciata alla Bild, Obama ha espresso altre parole di apprezzamento per Merkel: "È stata il rapporto e l'amicizia più importante del mio mandato presidenziale", ha sostenuto. E quando gli è stato chiesto se invidiasse la circostanza che, al contrario di lui, Merkel potrà ricandidarsi senza limiti alla guida del Paese, ha risposto: "No non la invidio. Ma sono contento che sia ancora qui, il mondo potrà giovarsene".
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