sabato 26 marzo 2016
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Via il segreto ai dossier del Piano Condor L’annuncio nella visita a Buenos Aires NEWYORK Una giornata di distensione e di gesti di amicizia ha chiuso la storica visita in Argentina con la quale Barack Obama ha cercato di chiudere simbolicamente il doloroso capitolo dell’appoggio americano alle dittature sudamericane. Poco prima di recarsi a Bariloche, in Patagonia, con la famiglia per una passeggiata e una gita in barca, il presidente americano ha mantenuto la promessa di “de-secretare” i documenti legati al ruolo degli Stati Uniti durante il periodo della “guerra sporca”. La rimozione del segreto da migliaia di dossier, che si aggiungono ai 4mila cablogrammi sulla dittatura argentina resi pubblici nel 2002, ha coinciso con il 40esimo anniversario del colpo di stato militare. E si è accompagnata a un rinnovato impegno dell’Amministrazione Usa per la difesa dei diritti umani nella regione. Parlando dal Parco della Memoria di Buenos Aires, Obama ha detto “Nunca más” (Mai più) alle dittature. Il leader non ha pronunciato un vero e proprio mea culpa, ma ha precisato che «gli Stati Uniti oggi non sono più quelli di allora». Quindi spiegato: «Oggi, in risposta alla richiesta del presidente Maurico Macri e per continuare ad aiutare le famiglie delle vittime a trovare verità e giustizia, posso annunciare che il governo Usa declassificherà ancora più documenti relativi a quel periodo inclusi, per la prima volta, file militari e d’intelligence perché crediamo di avere una responsabilità nell’affrontare il passato con onestà e trasparenza». Un passo importante per la ricostruzione della verità storica non solo in Argentina ma nel resto del Continente, dato il collegamento tra le varie dittature, il cosiddetto Piano Condor. Non tutte le organizzazioni della società civile argentina sono però disposte a dimenticare la complicità americana con una giunta brutale, colpevole di aver torturato e fatto scomparire fino a 30mila avversari politici. Decine di migliaia di persone hanno partecipato a una manifestazione a plaza de Mayo a Buenos Aires proprio durante la visita di Obama. Uno dei cortei era guidato dalle Madri e delle Nonne de la Plaza de Mayo, che non hanno voluto partecipare all’omaggio alle vittime della dittatura nel Parco della Memoria. Il premio Nobel per la pace argentino Adolfo Perez Esquivel ha commen- tato come positiva la vista di Obama, ma ha voluto sottolineare che «rappresenta il Paese che armò tutte le dittature del Continente latinoamericano ». Ieri il presidente Usa, la first lady Michelle e le figlie Malia e Sasha hanno invece trascorso qualche ora di riposo nella Patagonia argentina, navigando anche sul lago Nahuel Huapi a bordo di un battello utilizzato in passato anche da Ernesto Che Guevara, il “Modesta Victoria”. Quindi sono rientrati a Washington. © RIPRODUZIONE RISERVATA MAI PIÙ Obama e l’omologo Mauricio Macri hanno lanciato una corona di fiori nel Rio de la Plata per rendere omaggio alle vittima dell’ultima dittatura militare, gettate ancora vive nel fiume (Xinhua)
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