giovedì 29 agosto 2013
​Esattamente 50 anni dopo, e nello stesso luogo, la spianata davanti al Lincoln Memorial, Barack Obama ha celebrato ieri sera la storica "Marcia su Washington per il lavoro e la libertà" e, soprattutto, il discorso con cui Martin Luther King descrisse il suo "sogno".
 L'Italia che non sogna come il poeta King di Roberto Mussapi
 
Il lungo cammino di un grande sogno di Marco Impagliazzo
COMMENTA E CONDIVIDI
Esattamente 50 anni dopo, e nello stesso luogo, la spianata davanti al Lincoln Memorial, Barack Obama ha celebrato ieri sera la storica "Marcia su Washington per il lavoro e la libertà" e, soprattutto, il discorso con cui Martin Luther King, che di quell'evento fu tra i promotori, descrisse il suo sogno: "I Have a dream". Grazie a quella marcia, ha detto Obama, "l'America è oggi più libera e più giusta". Quel giorno, ha detto il primo presidente nero della storia degli Stati Uniti, il dottor King "ha descritto il sogno di tutti gli americani", e ha "aiutato a svegliare le coscienze" dell'America. Con le sue parole, "che ora appartengono al  tempo, con un potere profetico fino a oggi senza eguali", ha dato voce alle speranze di milioni di persone, ha detto Obama, ispirato e forse anche un po' intimorito.Secondo il presidente, il discorso di Martin Luther King sul "sogno" è infatti probabilmente uno dei cinque migliori discorsi della storia degli Stati Uniti e il suo, aveva messo le mani avanti già da tempo, "non sarà così buono". Di certo è stato apprezzato dalla folla venuta ad ascoltarlo, anche da molto lontano. Sin di buon ora si era assiepata lungo il Mall e a volte lo ha interrotto con veri e propri boati di approvazione, per poi tornare in assoluto silenzio a sentire le sue parole. Un silenzio simile a quello descritto nelle cronache di 50 anni fa, quando prese la parola il dott. King, davanti alle 250 mila persone che avevano partecipato alla storica marcia.  E "perchè hanno continuato a marciare, l'America è cambiata. Perchè loro hanno marciato, leggi sui diritti civili sono state approvate. Perchè loro hanno marciato, una legge sui diritti di voto è stata approvata", ha detto ancora Obama. "Perché loro hanno marciato, consigli comunali sono cambiati e legislature statali sono cambiate e il Congresso è cambiato e, sì, alla fine, la Casa Bianca è cambiata", ha detto ancora il presidente. "Sminuire la grandezza di questo progresso, e suggerire come alcuni volte lo fanno, che poco è cambiato, disonora il coraggio, il sacrificio di coloro che hanno pagato il prezzo di aver marciato in quegli anni", ha detto Obama. "Ma disonoreremmo quegli eroi se suggerissimo che il lavoro di questa nazione è in qualche modo completo", ha affermato.Prima di lui, due ex inquilini della Casa Bianca hanno preso la parola. Jimmy Carter, che a sua volta ha sottolineato come quella marcia per i diritti civili "ha reso più forte la Nazione, perchè l'ha migliorata"; e poi Bill Clinton, che ha ricordato come quella marcia, e il discorso di Martin Luther King abbiano "cambiato l'America, compreso un ragazzo di 17 anni in Arkansas", ovvero lui stesso.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: