lunedì 21 gennaio 2013
​Dopo il blitz delle forze di sicurezza algerine, nel sito gasiero di in Amenas continuano i controlli per rilevare ordigni. Il "regista" dell'assalto terroristico, Moctar Belmoctar, è apparso in un messaggio video rivendicando l'operazione "in nome di al Qaeda".
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Anche se l'attività non è ripresa, il sito gasiero di In Amenas, dove sabato si è verificato il blitz finale che a permesso di liberare 685 impiegati locali e 107 stranieri, è stato animato per tutta la giornata di ieri. Ma, a girare in tondo, a infilarsi sotto tubature e ad andare in cima a quelli che sembrano silos, non sono operai, ma soldati, armati di tutto punto, seguiti dai tecnici. Sono le squadre che, ufficialmente, stanno bonificando il sito, nel quale potrebbero celarsi ancora degli ordigni dei quali i terroristi di Moctar Belmoctar hanno detto di avere disseminato l'area. Che anche ieri ha restituito 25 cadaveri. L'ultimo bilancio ufficiale provvisorio della sicurezza algerina porta quindi a 48 il numero degli ostaggi morti nell'attacco all'impianto di In Amenas, di cui 12 giapponesi, 10 filippini, 7 inglesi, uno statunitense e un francese, due romeni. Con i 32 sequestratori uccisi il bilancio sfiora così gli 80 morti. In tutto questo giunge la prima esternazione del "regista" dell'assalto, l'emiro Moctar Belmoctar, capo della brigata di "coloro che firmano col sangue", che ha inviato un suo video a Sahara Media, agenzia mauritana che viene spesso utilizzata dai gruppi islamici armati come cassa di risonanza. Belmoctar, a capo scoperto,  senza armi e con addosso un giaccone mimetico, ha spiegato cosa lo abbia spinto all'azione di In Amenas che, ha rimarcato in due passaggi, è stata compiuta "in nome di al Qaeda".  Al di là del comune interesse - andare contro l'Occidente, che osa attaccare gli jihadisti in Mali e i suoi alleati in Africa - potrebbe essere un nuovo capitolo della lotta che da mesi si è aperta nella filiale maghrebina della galassia oggi guidata dal medico egiziano al Zawahiri. Belmoctar ha spiegato il suo gesto con la volontà di punire l'Algeria per l'ok al sorvolo dei jet francesi, e anche gli Stati Uniti, che tengono sepolto in una prigione federale, e lo faranno sino alla fine dei suoi giorni, Omar Abderrahmane, lo sceicco cieco che avrebbe progettato l'attentato al Wtc di New York del '93. 
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