venerdì 30 ottobre 2020
Il 65,2% degli elettori si è espresso a favore mentre il 53,1% si è dichiarato contrario alla legalizzazione della marijuana ricreativa
La premier neozelandese Jacinda Ardern

La premier neozelandese Jacinda Ardern - Reuters

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I neozelandesi hanno votato a favore dell'eutanasia ma si sono divisi, con una prevalenza per il no, sulla legalizzazione della cannabis. È quanto emerge dai primi risultati dei due referendum che si sono svolti il 17 ottobre, a margine delle elezioni generali che hanno visto la rielezione a stragrande maggioranza della premier laburista Jacinda Ardern. I dati iniziali mostrano che il 65,2% degli elettori sostiene l'eutanasia, mentre il 53,1% si dichiara contrario alla legalizzazione della marijuana ricreativa. Questi numeri però non comprendono i voti raccolti all'estero, che rappresentano quasi il 20% dell'elettorato e potrebbero essere un punto di svolta per l'esito definitivo sulla cannabis. Il sostegno schiacciante alla legalizzazione dell'eutanasia, tuttavia, non dovrebbe essere smentito venerdì prossimo, quando saranno pubblicati i risultati finali.
La decisione sull'eutanasia sarà vincolante, al contrario di quella sulla cannabis. La legislazione che consente la morte assistita per mano di un medico è stata approvata in Parlamento l'anno scorso, ma i legislatori hanno ritardato la sua attuazione in attesa che il popolo si esprimesse. Secondo questa legge, un adulto sano di mente affetto da una malattia incurabile che potrebbe causargli la morte entro sei mesi e la cui sofferenza è "insopportabile" può richiedere una dose di farmaco letale. La richiesta deve essere firmata dal medico del paziente e da un medico indipendente, con uno psichiatra da consultare in caso di dubbi sulla capacità del paziente di prendere coscienziosamente la decisione. Il ministro della Giustizia, Andrew Little, ha annunciato che la legge entrerà in vigore nel novembre 2021. La premier, di fresca conferma, sostiene la legge affermando di aver accettato con riluttanza un referendum lo scorso anno perché era l'unico modo per portarla avanti.

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