sabato 5 settembre 2015
La funzionaria del Kentucky è finita in carcere per aver difeso l’obiezione di coscienza. Concesse le prime licenze. Il repubblicano Cruz: sbagliato arrestarla.
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Dopo l’arresto, due giorni fa, di Kim Davis – la funzionaria del Kentucky al centro di una battaglia sulla libertà religiosa negli Stati Uniti – la contea di Rowan ha iniziato a rilasciare le licenze di matrimonio anche alle coppie omosessuali che ne hanno fatto richiesta. Il rilascio è avvenuto per mano di uno dei vice della Davis, sotto l’occhio di fotografi e telecamere. A beneficiarne sono stati per primi due uomini, William Smith jr e James Yates, insieme da circa dieci anni, ai quali la licenza era stata negata per cinque volte: ora hanno un mese di tempo per celebrare le loro nozze. Davis, cristiana apostolica, ha preferito entrare in prigione piuttosto che andare contro il suo credo religioso: avrebbe dovuto rilasciare licenze matrimoniali agli omosessuali obbedendo alla sentenza della Corte Suprema che a giugno ha riconosciuto come “diritto costituzionale” le nozze gay. Una scelta ribadita anche ieri tramite l’avvocato. Quest’ultimo ha ribadito che Davis considera nulle le licenze rilasciate. E ha annunciato l’imminente appello. La funzionaria è diventata un simbolo dell’obiezione di coscienza negli Stati Uniti. Sulla questione è intervenuto ieri, tra gli altri, il senatore texano Ted Cruz, uno dei candidati alle primarie repubblicane del prossimo anno. Cruz ha difeso con forza la Davis: «Chiedo a ogni credente, a ogni costituzionalista e a ogni amante della libertà di stare con Kim Davis e fermare la persecuzione – ha sottolineato –. Per la prima volta in assoluto, il governo degli Stati Uniti ha arrestato una donna cristiana perché vuole vivere secondo la sua fede. Questo è sbagliato. Questa non è America». Il senatore Cruz ha poi aggiunto di parteggiare per «ogni americano che l’amministrazione Obama sta cercando di costringere a scegliere tra la propria fede e il rispetto di un parere illegale della Corte».Anche prima di entrare in carcere la Davis ha sottolineato che «il matrimonio è l’unione tra un uomo e una donna». La funzionaria del Kentucky aveva smesso di rilasciare le licenze matrimoniali il giorno dopo la sentenza della Corte Suprema. Non solo a persone dello stesso, ma anche alle coppie eterosessuali. Una forma di protesta analoga a quella adottata da alcuni municipi dell’Alabama. Quattro coppie, due gay e due eterosessuali, a luglio hanno sporto denuncia contro la funzionaria, che aveva vietato anche ai suoi vice di adempiere le pratiche. In tribunale i vice hanno garantito che avrebbero rilasciato le licenze, evitando così il carcere. Secondo il marito della Davis, Joe, la donna resterà in prigione «per tutto il tempo che ci vorrà», ovvero finché una legge statale garantirà l’obiezione di coscienza su casi simili.
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