venerdì 2 ottobre 2020
Un dato drammatico a cui Save the Children affianca quello delle gravidanze precoci, previste in aumento di un milione nell’anno in corso, per oltre la metà in Africa
Una bambina in Yemen

Una bambina in Yemen - Ansa

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La pandemia da Covid-19 sta incentivando i matrimoni infantili e quelli forzati, imponendo a un gran numero di giovani donne una realtà di disagio e sfruttamento. A rilanciare un fenomeno persistente, quasi sempre sostenuto da tradizioni socio-religiose che lo favoriscono o lo ammettono, sono stati il maggiore isolamento delle comunità e gli ulteriori limiti a controlli e sicurezza. Tuttavia, un ruolo di rilievo ha giocato e sta giocando l’accresciuta condizione di necessità di tante famiglie che, spingendo le proprie figlie ad unioni sovente al di fuori della legge, cercano un qualche beneficio economico o ritengono di garantire così alle figlie una qualche prospettiva.

A confermarlo è anche Daniela Fatarella, direttrice generale di Save the Children Italia: «La pandemia sta spingendo sempre più famiglie verso la povertà, lasciando molte ragazze senza cibo, obbligandole a lavorare per sostenere la famiglia o costringendole ad occuparsi dei familiari malati e ad abbandonare la scuola, con possibilità molto minori di poter riprendere gli studi rispetto ai loro coetanei maschi».

La chiusura delle scuole per il Covid-19 ha lasciato nel mondo 1,6 miliardi di bambini senza possibilità di istruzione, socialità e alimentazione essenziale. Per molti, soprattutto ragazze, le porte delle scuole potrebbero essere chiuse per sempre. Save the Children, con il rapporto “ The Global Girlhood Report 2020: Covid-19 and progress in peril”, si è aggiunto ieri alle molte voci di allarme e denuncia per questa situazione che – tra le pieghe di una pandemia inattesa e con effetti devastanti sul piano economico per i Paesi poveri o emergenti – vede un’inversione di tendenza riguardo il fenomeno dei matrimoni in età minorile, in regressione da un quarto di secolo.

Save the Children ha fornito dati aggiornati su una realtà da cui sono immuni poche aree del pianeta. Sono i Paesi più soggetti a crisi umanitarie ad essere a rischio di unioni precoci in nove casi su dieci. «Ogni anno avvengono circa 12 milioni di matrimoni precoci, in un caso su sei sotto i 15 anni – ha sottolineato Daniela Fatarella – ed è un dato sottostimato che siamo convinti sia solo la punta di un iceberg».

La stima è che entro il 2020 altre 500mila giovani donne siano costrette al matrimonio come conseguenza della pandemia in Asia meridionale (191mila), Africa centrale e occidentale (90mila) e America Latina e Caraibi (73mila). Un dato drammatico a cui Save the Children affianca quello delle gravidanze precoci, previste in aumento di un milione nell’anno in corso, per oltre la metà in Africa.

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