venerdì 14 giugno 2019
Degli 850 milioni promessi per Notre-Dame, versati solo 80
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La speranza è che dopo il battage mediatico e pubblicitario, le promesse si trasformino in un bonifico. Perché soltanto il 9% delle promesse di donazioni per la ricostruzione della basilica di Notre-Dame,
devastata dall'incendio del 15 aprile sono state versate, un totale di 80 milioni su 850, secondo quanto riferito questa mattina dalla radio "France Info".
I versamenti effettuati provengono soprattutto da privati e sono arrivati con assegni o bonifici. Per quanto riguarda le donazioni più importanti, quella di 200 milioni della famiglia Arnault e del loro gruppo Louis Vuitton Moet Hennessy, i fondi arriveranno poco a poco, in funzione dei preventivi per i lavori. In questo modo, spiega France Info, i donatori potranno indirizzare il loro denaro per diverse parti del cantiere, evitando che lo stato guadagni interessi con il loro denaro investendolo in attesa dell'inizio vero e proprio dei lavori.

Si celebra la Messa con il caschetto protettivo

Intanto, nel prossimo fine settimana, una prima Messa molto intima riaccenderà un bagliore di vita religiosa all'interno della Cattedrale di Notre-Dame, nonostante l'edificio resti inagibile per l'insieme dei fedeli, dopo il tragico rogo del 15 aprile. L'occasione sarà la festa della consacrazione dell'altare, particolarmente cara ai parigini. Per ragioni di sicurezza, il rito sarà riservato forse a poco più di una decina di
preti e religiosi attorno all'arcivescovo Michel Aupetit, raccolti nella cappella posta dietro l'altare, rimasta illesa. E tutti, per l'occasione, dovranno indossare un casco da cantiere, come gli operai impegnati nell'opera di consolidamento e restauro delle strutture. Per permettere comunque ai fedeli di sentirsi vicini, la piazza antistante la cattedrale potrebbe accogliere, poco prima, il rito dei Vespri. È stato monsignor Patrick Chauvet, rettore di Notre-Dame, a confermare il forte desiderio dei vertici diocesani di celebrare questo rito dal sapore eccezionale, pur ammettendo che non si possono escludere imprevisti dell'ultima ora, data la situazione.

L'accordo finale spetterà alla Prefettura di polizia, anche sulla base del parere degli esperti tecnici. Al settimanale Famille Chrétienne, monsignor Chauvet ha spiegato: «La data che è stata scelta è simbolica. Rappresenta la consacrazione dell'altare. È molto importante poter manifestare al mondo che il ruolo della cattedrale è proprio di mostrare la gloria di Dio. Celebrare l'eucaristia in questo giorno, anche in pochi, sarà il segno di questa gloria e di questa grazia». Normalmente, la data prevista nel calendario diocesano è quella di domenica prossima, ma è possibile che la cerimonia venga anticipata al sabato. Anche la cappella scelta per il rito non lascia di certo i fedeli indifferenti, essendo posta proprio dietro la grande
croce che durante il rogo era apparsa intatta ai pompieri appena entrati nella navata centrale.
Dati i tempi lunghi per il restauro della Cattedrale, la diocesi spera pure d'inaugurare al più presto un piccolo luogo d'accoglienza spirituale sostitutivo sulla stessa isola, l'Île de la Cité, ma anche questo progetto attende diverse autorizzazioni. Intanto, la promessa del presidente Emmanuel Macron di una ricostruzione «entro cinque anni» continua a far discutere, così come l'idea politica d'organizzare un concorso internazionale per scegliere le migliori opzioni. Secondo i vertici del cantiere, il rischio di nuovi crolli non può essere ancora escluso.

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