mercoledì 2 ottobre 2013
​Obama furioso: crociata ideologica dei repubblicani, diritti negati a milioni di cittadini. Da ieri molti dipendenti statali non ricevono più lo stipendio. Agli impiegati federali è stato chiesto di presentarsi in ufficio solo per «sistemare le questioni rimaste in sospeso e spegnere i computer».
COMMENTA E CONDIVIDI
​Nonostante lo shutdown, Lady Liberty continuava ieri a sorvegliare impassibile la baia di New York, anche se nessun turista poteva arrampicarsi sulla sua corona per godersi il paesaggio. Sulla terraferma, invece, gli effetti della serrata forzata delle agenzie governative erano ben più drammatici. Quasi un milione di dipendenti statali hanno smesso di essere pagati dalla mattinata di ieri e non riceveranno lo stipendio finché il Congresso non sarà in grado di trovare un accordo per finanziare il nuovo anno fiscale. Mentre centinaia di visitatori giravano per la capitale senza poter entrare in alcun museo o visitare un singolo monumento, gli impiegati del governo federale lasciavano in lunghe colonne i loro uffici, dove era stato loro chiesto di presentarsi «per non più di quattro ore» per sistemare le questioni in sospeso e spegnere i computer. Con la bella giornata e l’insolita quantità di gente per le strade, la capitale Usa poteva sembrare in festa, se non fosse stato per le espressioni rabbuiate di locali e turisti. Per alleviare le preoccupazioni di centinaia di migliaia di famiglie, molti bar e ristoranti in tutto il Paese, soprattutto a Washington, hanno cominciato ad offrire sconti agli impiegati che presentino la tessera d’impiego pubblico. C’E’ UNA POSSIBILE VIA D’USCITAIl Congresso può interrompere lo shutdown in qualsiasi momento. Deve solo approvare una legge finanziaria, per tutto l’anno fiscale o provvisoria, che autorizzi il Tesoro a riaprire il rubinetto dei fondi diretti a ministeri e agenzie. Ma i repubblicani alla Camera ieri erano decisi a non approvare il bilancio senza un emendamento che rimandi l’implementazione della riforma sanitaria. Obamacare, una cui importante componente è entrata in vigore proprio ieri, è infatti il vero nodo della battaglia politica in corso. Il Senato, a maggioranza democratica, infatti, si è rifiutato di aprire i battenti e di organizzare un incontro con i deputati della Camera finché sul tavolo resta la condizione del rinvio della riforma. LA DURA CONDANNA DEL PRESIDENTEAmericani in ostaggio, impiegati statali presi a pugni dai deputati, «crociata ideologica dei repubblicani». Non ha usato mezzi termini il presidente americano per condannare il congelamento forzato della macchina federale e per accusare i repubblicani alla Camera di ricatti irresponsabili. Pur ribadendo che «la riforma sanitaria non si tocca», Obama ha però promesso ai dipendenti pubblici che farà «tutto quello che è in mio potere perché la Camera dei Rappresentanti permetta al nostro governo di riaprire il prima possibile e per assicurare che voi riceviate  lo stipendio». Il presidente ha anche firmato un decreto che consente al Pentagono di continuare a pagare i militari. PROIBITO L’ACCESSO AGLI ZOO E AI PARCHIDa Yellowstone a Yosemite, tutti i parchi nazionali hanno proibito l’accesso al pubblico. I ranger hanno respinto alle entrate visitatori frustrati che avevano percorso centinaia di chilometri per ammirare le meraviglie naturali americane. Gli zoo hanno anche smesso di aggiornare i siti Web, togliendo ai fan del baby panda gigante appena nato allo zoo di Washington il piacere di seguire le sue coccole in diretta su Internet. L’unica eccezione alla serrata è stato il Memorial sulla Seconda guerra mondiale, che ha “misteriosamente” aperto le porte per qualche ora per lasciare entrare un gruppo di 90 reduci del conflitto che erano venuti apposta da tutti i 50 Stati Usa per un raduno. IL 17 OTTOBRE: LA BATTAGLIA SUL DEBITOLa paralisi al Congresso lascia presagire uno scontro ancora più duro di qui al 17 ottobre, quando il Parlamento Usa dovrà innalzare di nuovo il tetto del debito americano. Se non lo farà, alla chiusura delle agenzie federali si aggiungerà il default della più grande potenza economica mondiale, che non potrà più emettere buoni del Tesoro o pagare i suoi debiti, dalle pensioni agli interessi sui Bot. «Un default dello Stato vorrebbe dire una chiusura dell’economia», ha detto Obama.LA RIVOLTA DEI DEPUTATI MODERATIUna dozzina di deputati repubblicani hanno cercato di sfidare i colleghi più rigidi e di sganciare il voto sulla finanziaria da qualsiasi altra rivendicazione sulla riforma sanitaria in modo di interrompere lo shutdown. Ma non sono riusciti a raggiungere il numero di 17 necessario a presentare una mozione all’interno del loro gruppo parlamentare. «C’è troppa gente che è contenta di aver causato la serrata – ha detto Peter King, repubblicano di New York – non ascoltano i problemi del Paese, ma solo sé stessi e i loro amici del tea party». L’ENTRATA IN VIGORE DELL’OBAMACARENonostante lo shutdown, la riforma sanitaria, Obamacare, è entrata in vigore. Alle 8.00 americane è diventato obbligatorio per tutti i residenti sul territorio Usa ottenere una copertura sanitaria, privatamente, tramite un datore di lavoro o grazie ai pacchetti convenzionati (e spesso sovvenzionati) offerti tramite un portale governativo. I non assicurati hanno tempo fino al 15 dicembre per compilare i moduli per quest’ultima opzione, ma ieri le richieste sono state tante che per molte ore è stato impossibile accedere al sito healthcare.gov.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: