giovedì 31 marzo 2016
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«Ho immaginato che se quella bomba fosse stata vera, in ogni caso non avrei avuto nulla da perdere, quindi ho sfruttato l’occasione di dare un’occhiata da vicino». Così Ben Innes, il cittadino britannico preso in ostaggio l’altro ieri sull’aereo EgyptAir A320 dirottato all’aeroporto di Larnaca, a Cipro, ha cercato di giustificare la foto che lo ritrae accanto al sequestratore, Seif Eldin Mustafa. Nell’immagine, ripresa da tutti i media inglesi e diventata subito virale, non senza suscitare critiche o ironie, si vede l’ostaggio che ridacchia accanto al dirottatore munito di cintura esplosiva, successivamente rivelatasi falsa. Innes, 26 anni, è stato uno degli ultimi passeggeri ad essere rilasciato dopo diverse ore di negoziati. Un’attesa nervosa che il giovane britannico ha “ingannato” con l’idea di fare quello che ha definito sui tabloid che l’anno intervistato «il selfie della vita». In realtà si è trattato però di una fotografia scattata da una hostess: «Ho chiesto – ha confessato ancora il britannico ai giornali popolari – a uno del personale di bordo di fare da interprete e spiegare al terrorista che volevo solo fare un selfie con me».
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