giovedì 31 marzo 2016
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Tornano a raffreddarsi i rapporti tra Mosca e Washington. Nel giorno in cui è giunta l’indiscrezione secondo la quale il Pentagono ha pronto un piano per schierare in maniera permanente truppe, tank e veicoli corazzati lungo il confine est della Nato (e quindi a ridosso dei confini russi), Mosca ha deciso di non partecipare al summit sulla sicurezza nucleare in agenda a Washington oggi e domani. Il motivo ufficiale risiede nella «mancanza di interazione» sulla scelta dei temi di cui discutere al forum stesso. Secondo il portavoce di Vladimir Putin, Dmitri Peskov, «Mosca ritiene che l’elaborazione dei temi legati alla sicurezza nucleare richieda sforzi comuni e congiunti e la considerazione reciproca degli interessi e delle posizioni». Chiaro lo sgarbo alla Casa Bianca. Il vertice sulla sicurezza nucleare è infatti un’iniziativa che Barack Obama in persona ha lanciato al suo insediamento alla Casa Bianca per rafforzare la cooperazione internazionale sulla protezione dei materiali nucleari dai terroristi. La Russia aveva preso parte ai precedenti tre vertici, ma l’indebolimento dei rapporti tra i due Paesi – tra le cui cause di possono annoverare il caso Snowden e soprattutto il dossier Ucraina – ha certamente pesato sulla scelta di Mosca di saltare l’appuntamento odierno. Secondo il vice consigliere alla Sicurezza nazionale Usa Ben Rhodes, la Russia si è isolata e ha perso un’opportunità. «Riteniamo che la decisione della Russia di non partecipare sia una opportunità mancata soprattutto per la Russia stessa», ha affermato Rhodes. Nel frattempo il Wall Street Journal ha riferito del piano del Pentagono di schierare truppe mezzi lungo il confine est della Nato per prevenire ogni tipo di aggressione da parte di Mosca: si tratterebbe di un dispiegamento di forze armate come non si vedeva dalla fine della Guerra Fredda. La Casa Bianca ha già approvato le linee generali del piano che dovrebbe partire nel febbraio 2017, stanziando 3,4 miliardi di dollari. Il piano prevede il dispiegamento di circa 4.200 soldati tra sei Stati membri della Nato: Lituania, Estonia, Lettonia, Polonia, Romania e Bulgaria. Il nuovo piano dovrebbe tranquillizzare i Paesi dell’est europeo, preoccupati dalla mire espansionistiche della Russia dopo l’intervento in Ucraina. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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