giovedì 29 agosto 2019
I vescovi denunciano in una lettera apostolica i rischi corsi dalla popolazione minacciata dalle stesse forze dell'ordine e non protetta dal governo
Un villaggio del nord della Nigeria in una foto d'archivio (Ansa)

Un villaggio del nord della Nigeria in una foto d'archivio (Ansa)

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Almeno 50 persone, tra cui donne incinte e bambini, sono stati rapite durante l'attacco a un villaggio nel nord-ovest della Nigeria. Lo riferiscono i media locali.

Il blitz compiuto da almeno cento criminali armati è avvenuto martedì a tarda sera nel villaggio di Wurma, vicino a Katsina. Una donna, le cui due figlie erano tra le persone sequestrate, ha detto che più di 100 banditi hanno lanciato l'assalto «sparando da tutte le angolazioni». «Hanno operato per circa tre ore senza che nessuno li sfidasse», ha detto. Hanno preso anche pecore, capre e cibo. Alcuni rapiti sarebbero stati rilasciati in seguito a scontri armati con le forze dell'ordine.

La polizia riferisce che i rapiti sono 15, ma secondo la testimonianza di alcuni abitanti sono almeno 53. Alcune famiglie avrebbero ricevuto richieste di riscatto.

Ucciso un altro sacerdote

Ancora un prete ucciso in Nigeria, è l'undicesimo in Africa quest'anno. L'omicidio è avvenuto nello stato di Taraba, nell'est, probabilmente a opera di rapinatori. Padre David Tanko era in viaggio per Takum, dove avrebbe preso parte a un incontro sulla pace. La sua auto è stata fermata da banditi, che l'hanno ucciso e hanno dato fuoco all'auto con il corpo. Padre Tanko è il terzo sacerdote ucciso in Nigeria quest'anno. Per le autorità l'omicidio sarebbe da attribuire alle milizie Tiv attive nella zona.

I vescovi: la popolazione è vittima del governo e dei banditi

«La popolazione è tra due fuochi: i soprusi di politici, militari e forze dell’ordine, da una parte, le violenze e le razzie dei pastori Fulani e di altri banditi, dall’altra» denunciano in una lettera pastorale i vescovi della Provincia ecclesiastica di Owerri (capitale dello stato dell’Imo), nel del sud-est della Nigeria, che comprende anche le diocesi suffraganee di Aba, Ahiara, Okigwe, Orlu e Umuahia (capitale dello Stato Federato di Abia).

«Ogni giorno, in tutti i nostri Stati, ascoltiamo storie strazianti di rapimenti, stupri, mutilazioni, estorsioni, accaparramento di terre, uccisioni e distruzione delle fonti di sostentamento delle persone. Continuiamo a sperare invano che i pubblici funzionari eletti e gli agenti di sicurezza proteggano i nostri cittadini come previsto e sancito dalla Costituzione» si legge nel documento, pervenuto all’Agenzia Fides.

I vescovi esortano i fedeli a pregare e a rimanere vigili «nel promuovere la visione cristiana al fine di contrastare l’ideologia brutale dell'odio, della malvagità e della violenza», ma lanciano anche un messaggio ai politici: «Il governo nigeriano e i suoi leader devono assumersi l'obbligo costituzionale di proteggere e difendere ogni cittadino nigeriano indipendentemente dalla sua appartenenza religiosa o etnica».

Domani, 30 agosto, si terrà nelle diocesi interessate una giornale speciale di preghiera per la pace in Nigeria.

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