venerdì 28 novembre 2014
Due kamikaze, appoggiati da una 15ina di uomini armati, hanno colpito la Grande Moschea di Kano. Un altro attentato in una stazione di autobus, 40 vittime.
Boko Haram progetta attentati kamikaze con vestiti da suora
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Giornata di violenza in Nigeria con due gravissimi episodi di terrorismo. Due kamikaze, appoggiati da una quindicina di uomini armati, hanno fatto irruzione nella Grande Moschea di Kano, retta da uno dei più noti capi spirituali nigeriani, Sanusi Lamido Sanusi, emiro di Kano, nel turbolento nord-est del Pasese. Drammatico il bilancio: i morti sono 120, mentre più di 200 feriti sono stati ricoverati in tre ospedali. L'emiro solo la scorsa settimana aveva esortato il nord-est della Nigeria, roccaforte dei Boko Haram, a prendere le armi contro i cosiddetti "Talebani d'Africa", inimicandosi anche l'esercito perchè ha messo in dubbio la capacità dei soldati di proteggere i civili. Ufficialmente l'emiro di Kano è il numero due della gerarchia religiosa islamica nigeriana e segue il Sultano di Sokoto. Sanusi è stato nominato all'inizio dell'anno e gode di grande prestigio in Nigeria. Prima di assumere l'incarico di emiro di Kano, seconda città del Paese, è stato governatore della banca centrale nigeriana, poltrona da dove non ha mancato di criticare le frodi e la corruzione nel governo. La dinamica dell'attentato alla moschea è da guerra: dopo che i due attentatori suicidi si sono fatti saltare in aria tra i fedeli, all'esterno della moschea, i complici hanno atteso le persone in fuga sparando su di loro ad alzo zero. Lo ha spiegato il capo della polizia Emmanuel Ojukwu, aggiungendo che la folla ha linciato 4 degli attaccanti mentregli altri sono riusciti a darsi alla fuga. Sempre nel Nord-Est del Paese una bomba è esplosa in una stazione di autobus nella città di Yola, uccidendo almeno 40 persone. Lo riferiscono testimoni e personale di sicurezza, come riporta Al Jazeera. Tra le vittime, 5 soldati. Non c'è stata rivendicazione, ma l'area è stata ripetutamente bersaglio dei jihadisti di Boko Haram. L'esplosione, che ha provocando l'incendio di diversi autobus, è avvenuta nella capitale dello stato di Adamawa, vicino al confine con il Camerun: un'area dove imperversano gli integralisti islamici di Boko Haram, che hanno ucciso 1500 persone solo quest'anno, secondo Amnesty International, nella loro guerra per costituire uno 'Stato islamicò nel nord della Nigeria. Appena due giorni fa, due donne kamikaze avevano ucciso 45 persone in un mercato della città di Maiduguri. Intanto è drammatico il bilancio di un altro attentato degli islamisti di Boko Haram in Nigeria, lunedì scorso che ha causato una cinquantina di vittime e costretto 3mila persone a cercare rifugio oltreconfine verso la regione di Diffa, nel vicino Niger. Lo ha reso noto Adrian Edwards, portavoce dell'agenzia Onu per i rifugiati. "Il nostro ufficio a Diffa - ha spiegato - fa sapere che continuano ad arrivare persone dalla Nigeria, la maggior parte con delle barche attraversando il fiume Komadougou Yobe che separa i due Paesi ma altri cercando di passare a nuoto e alcuni sono annegati". Testimoni locali hanno riferito che i miliziani islamisti hanno ucciso gli abitanti fino alle rive del fiume. "Molti civili sono stati ammazzati nell'attacco di Damasak, in particolare giovani, ma hanno sparato anche a donne e bambini". Secondo alcuni, l'assalto è stato lanciato come rappresaglia per la partecipazione dei giovani del villaggio ai gruppi di auto-difesa contro gli islamisti.
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