sabato 16 maggio 2015
​Raggiunte oltre 12 mila famiglie, anche nei villaggi più remoti. Già avviata la ricostruzione.
COMMENTA E CONDIVIDI
Continua in Nepal la ripresa di una vita normale che ormai da settimane è fatta di soccorso alle vittime, approvvigionamento di cibo e di rifugi temporanei anche dopo quello che viene chiamato il secondo terremoto, ovvero la forte scossa di assestamento di martedì scorso.  Mentre di tanto in tanto la popolazione della capitale si riversa in strada per i le piccole scosse quotidiane e i villaggi delle vallate, praticamente rasi al suolo dai due eventi sismici, lentamente iniziano a costruire abitazioni di fortuna più solide dei soli teloni di plastica, Caritas Nepal (con il supporto delle molte Caritas del network presenti) ha già raggiunto oltre 12 mila famiglie nei distretti maggiormente colpiti. Le difficoltà logistiche e il complesso percorso dei camion carichi di tende, medicinali, articoli igienici e riso rendono le operazioni di soccorso molto più lente ma non impediscono a un piccolo esercito di operatori e volontari di raggiungere i villaggi remoti, sfidando la paura e gli impedimenti fisici. Alcune strade, infatti, particolarmentee nei distretti di Sindupalchok e Nwalkot, sono ancora bloccate dalle frane della settimana scorsa e i carichi devono essere divisi in convogli più piccoli. Alcune comunità possono ancora essere raggiunte solo da elicotteri mentre per altre il soccorso arriva solo dopo ore e ore di terreni scoscesi. Numerosissime, insieme a Caritas, le organizzazioni umanitarie sul territorio che da un lato dimostrano la sorprendentementente efficace solidarietà internazionale che vede anche l’attivazione di molti Paesi asiatici e dall’altro necessitano di attento coordinamento per evitare sovrapposizioni, errate distribuzioni o conflitti intra comunitari. Le visite costanti ai siti di consegna dei materiali, i doppi controlli nei villaggi, la regolamentazione sull’equadistribuzioneione e sulla via preferenziale assicurata ai marginalizzati fanno sì che gli interventi di Caritas siano al massimo vicini alle necessità della popolazione, che raggiungano le zone e le nicchie sociali più lontane e che si riducano al massimo i rallentamenti dati dal contesto.La solidarietà internazionale delle Caritas del Mondo è un elemento senza il quale tutto quanto si sta facendo non sarebbe possibile e che lascerebbe fette di popolazione non coperte da alcun tipo di soccorso. È sorprendente come nei villaggi più remoti, la popolazione non aspetti passivamente l’arrivo degli aiuti ma, mentre da essi riceve la possibilità di continuare, abbia anche già iniziato a ricostruire le proprie abitazioni, a recuperare i materiali dalle case distrutte, a cerare alternative. La tempra della gente di montagna non e’ stata fiaccata nemmeno dalla devastazione del terremoto.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: