venerdì 18 giugno 2021
Nell'interrogatorio ha spiegato che i giovani trovati dai militari in parrocchia sono studenti del convitto. E' l'ennesimo caso di sacerdote posto in stato di fermo nell'ex Birmania del dopo golpe
Don Michael Aung Ling

Don Michael Aung Ling - Dal sito di Fides http://www.fides.org

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E' stato rilasciato e sta bene don Michael Aung Ling, parroco nella chiesa cattolica di san Giuseppe a Kanpetlet, nella diocesi di Hakha, nello stato birmano di Chin, arrestato mercoledì scorso dai militari per sospetto sostegno alle forze della resistenza. Ne dà notizia l'Agenzia Fides.

Il sacerdote ha spiegato ai militari, durante un lungo interrogatorio, che i giovani ospitati in parrocchia sono studenti del convitto e non miliziani della resistenza. Dopo aver firmato un documento che lo impegna a non sostenere alcun movimento o individuo che si opponga all'esercito birmano, don Aung Ling ha potuto far rientro nella sua abitazione presso la parrocchia.

I militari lo avevano prelevato il 16 mattina facendo irruzione nella sua residenza e accusandolo di sostenere le Chinland Defense Forces, parte delle forze di resistenza popolari nate ovunque in Myanmar per opporsi al colpo di stato del 1° febbraio. Secondo i militari, il prete offriva rifugio ai giovani della resistenza. L'esercito aveva anche sequestrato tutti i sacchi di riso e le scorte alimentari conservati per gli studenti che normalmente usufruiscono dei locali della parrocchia, dove studiano in convitto.

Kanpetlet è una piccola cittadina di 2.000 abitanti. La chiesa di san Giuseppe sorge ai piedi del monte Victoria ("Khonuthong" in lingua locale), incluso nelle liste del patrimonio culturale e naturalistico dall'Associazione delle Nazioni del Sudest Asiatico (Asean). Nell'area si sono intensificati gli scontri tra l'esercito birmano e i combattenti della resistenza locale e molte famiglie sono dovute fuggire abbandonando le loro case ai saccheggi dei soldati.

Nei giorni scorsi 6 sacerdoti arrestati e rilasciati

Quello di don Aung Lin è l'ennesimo caso di religiosi finiti nel mirino del regime. Lunedì scorso i militari birmani hanno arrestato e rilasciato sei sacerdoti cattolici e un laico nel villaggio di Chan Thar, nell’arcidiocesi di Mandalay, dopo aver fatto irruzione nel complesso della chiesa dell’Assunzione. Nella città di Mandalay, la seconda del Paese, gli agenti di polizia e dell’esercito continuano, come scrive Fides, «a compiere raid e perquisizioni nelle case, nelle scuole, nei luoghi di culto».

È tornato invece libero Nathan Maung, giornalista con cittadinanza Usa arrestato a marzo con l’accusa di diffusione di informazioni false che incitavano al dissenso contro i militari.

E sempre lunedì si è aperto il processo a carico di Aung San Suu Kyi, a più di quattro mesi dal golpe dei militari. La leader birmana, 75 anni, agli arresti domiciliari, è chiamata a rispondere di una decina di accuse. Per il processo le autorità hanno creato un tribunale apposito, circondato da enormi misure di sicurezza, nella capitale Naypyidaw.

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