sabato 7 febbraio 2015
Il presidente Hollande e la cancelliera Merkel al Cremlino per presentare a Putin una nuova proposta di soluzione diplomatica degli scontri  nelle zone russofone dell'Ucraina. 5mila morti e un milione di sfollati | La Caritas sostiene 40mila persone
Europa e Russia, rovesciare il "gioco" di Fulvio Scaglione
COMMENTA E CONDIVIDI
​L'accelerazione diplomatica è la conferma, al tempo stessa indiretta e drammatica, di come la crisi in Ucraina rischi di diventare irreparabile. E le possibilità di uscire dal “groviglio” – che ha causato 5mila morti e un milione di profughi – stiano evaporando velocemente. Una cosa è certa: si sono mossi i pesi massimi della diplomazia europea. Andando a bussare direttamente alla corte dello “zar”, quel Vladimir Putin che – per molti analisti – tira le fila dell’intera crisi. Con tanto di «pacchetto di pace» per evitare il baratro. Un incontro “fiume” durato circa tre ore ieri sera: il presidente francese François Hollande e il cancelliere tedesco Angela Merkel, reduci da un incontro di 5 ore con il presidente ucraino Petro Poroshenko, da una parte. Il presidente russo Putin, dall’altra. Una missione, quella del duo Merkel-Hollande, «europea» che non contiene «nessuna concessione territoriale», come ha precisato lo stesso cancelliere tedesco, e che mira a raggiungere «un accordo globale», ma che non sarà «prolungata all’infinito», come ha detto Hollande. Il colloquio di ieri sera, definito «costruttivo» dal portavoce del presidente russo, che non è entrato nei particolari, si è concluso con l’impegno a «risentirsi al telefono» domani. La sensazione è che sia l’ultima “occasione” per trovare una via d’uscita.

Quante possibilità hanno i due leader europei di strappare un “sì” al Putin? E su cosa punteranno? Secondo indiscrezioni dei media russi, il documento congiunto sul quale si sta lavorando ricalcherebbe gli accordi (sistematicamente violati) di Minsk. La tregua immediata con l’arretramento delle armi pesanti e una maggiore autonomia per il tormentato sud est sarebbero tra i passaggi chiave. Ma la linea di contatto tra le truppe di Kiev e i miliziani separatisti questa volta potrebbe essere ridisegnata tenendo conto dell’espansione dei territori controllati dai ribelli dopo l’offensiva delle ultime settimane, che è costata a Kiev circa un migliaio di chilometri quadrati. Alcune fonti diplomatiche non escludono l’invio di “forze di pace” internazionali, forse i caschi blu dell’Onu, ma su questo aspetto non c’è chiarezza. Mosca dovrebbe inoltre garantire che i ribelli facciano tacere i cannoni. Il punto più problematico sarebbe quello sul «controllo efficace della frontiera russo-ucraina anche nelle zone controllate dai ribelli» per impedire che la Russia fornisca armi e uomini ai miliziani.E nell’altro fronte diplomatico, quello che si sta dispiegando nella Conferenza sulla sicurezza a Monaco, c’è attesa per l’incontro di oggi tra i capi delle diplomazie americana e russa, John Kerry e Sergeij Lavrov. Il segretario della Nato, Jens Stoltenberg ha insistito perché la Russia «contribuisca a una soluzione pacifica del conflitto», ha aggiunto, sottolineando che la soluzione deve essere considerata «urgente». Posizione analoga è stata espressa dal vicepresidente degli Stati Uniti, Joe Biden, a margine dell’incontro con il presidente del Consiglio Ue, Donald Tusk, a Bruxelles: «In questo momento gli Stati Uniti e l’Europa devono stare uniti e restare saldi. Non si può permettere alla Russia di ridisegnare la mappa dell’Europa, cosa che sta cercando di fare». L’Ucraina, ha continuato Biden, «sta combattendo per la propria sopravvivenza, e la Russia sta continuando l’escalation del conflitto, inviando mercenari e mezzi pesanti».La posizione dell’Italia è stata espressa dal ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, che oggi a Monaco vedrà Lavrov: «L’Italia non ritiene che fornire armi all’Ucraina sia davvero un contributo ad una soluzione del conflitto». Il ministro ha ricordato che «c’è lo strumento della sanzioni». Sanzioni pronte a essere allargate da parte dell’Unione Europea. Altre 19 persone stanno per essere inserite nella “lista nera”, cinque sono personalità russe. Tra queste spicca il vice ministro russo della Difesa, Anatoly Antonov.Sul campo, intanto, si continua a morire. Almeno tre le persone nel giro di 24 ore. I separatisti hanno parlato di due civili uccisi a Donetsk dai bombardamenti di artiglieria e di nove feriti. Il portavoce dello Stato maggiore delle forze armate ucraine, Vladislav Selezniov, fa sapere che un militare è stato ucciso e altri 25 sono rimasti feriti.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: