martedì 21 agosto 2012
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«Ci sono obblighi internazionali importanti che il regime siriano è chiamato a rispettare in termini di possesso di armi chimiche», ha sottolineato uno dei portavoce della Casa Bianca, Josh Earnst, ribadendo che «i membri del regime saranno ritenuti responsabili per le loro azioni e per l'eventuale violazione di questi obblighi».Non si placa la polemica attorno al possesso e al possibile utilizzo, da parte del regime siriano, di armi chimiche. Ieri il presidente americano Barack Obama aveva ammonito Damasco sull'utilizzo di armi non convenzionali nel corso del conflitto in atto nel Paese: «Sarebbe come oltrepassare una linea rossa» e provocherebbe «enormi conseguenze».Oggi sulla vicenda è itnervenuta la Russia che «non ha mai fornito armi chimiche al regime siriano». Lo ha dichiarato oggi il vicecapo del Dipartimento federale per lo stoccaggio e la distruzione delle armi chimiche, Vladimir Mandych, secondo quanto riporta l'agenzia di stampa Ria Novosti. «Io non direi che le armi chimiche in possesso di Damasco siano di costruzione sovietica o russa», ha detto il colonnello rispondendo a una domanda durante una conferenza stampa. «La Russia - ha aggiunto - non ha mai fornito armi chimiche alla Siria».Inoltre, il ministro russo degli Esteri Sergei Lavrov ha avvertito i paesi occidentali di non procedere ad azioni unilaterali sulla Siria, affermando che Russia e Cina concordano sul fatto che non possono essere ammesse violazioni del diritto internazionale e della carta delle Nazioni Unite. La Russia e la Cina si oppongono a un intervento militare in Siria, dove l'insurrezione contro il regime del presidente Bashar al-Assad dura ormai da un anno e mezzo, e hanno posto il veto sulle tre risoluzioni al Consiglio di Sicurezza Onu sostenute da paesi occidentali e stati arabi per aumentare la pressione su Damasco e tentare di mettere fine alle violenze. «Gli ultimi avvertimenti del presidente americano Barack Obama sono mere minacce popagandistiche legate alle elezioni presidenziali», ha replicato il vice premier siriano, Qadri Jamil che oggi si trovava a Mosca assieme a un delegazione che ha incontrato il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov.Jamil, durante una conferenza stampa da Mosca, ha ricordato che l'«intervento straniero in Iraq è stato innescato dal pretesto della presenza di armi di distruzione di massa». Ora, ha detto, «l'Occidente sta cercando il pretesto delle armi chimiche per intervenire militarmente in Siria», soprattutto «dopo il veto diRussia e Cina al Consiglio di Sicurezza». «Ma noi diciamo - ha ribadito - che questo sarà impossibile. E chi pensa a un intervento militare vuole che la crisi si estenda al di fuori dei confini della Siria».

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