lunedì 12 giugno 2017
Novecento i manifestanti fermati a San Pietroburgo, 750 a Mosca. Navalny rischia fino a 30 giorni di detenzione amministrativa
Gli arresti a Mosca (Ansa)

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Novecento manifestanti fermati a San Pietroburgo, 750 a Mosca. E, come era accaduto a marzo, è finito in manette anche l’anti-Putin Alekseij Navalny, arrestato mentre tentava di uscire da casa sua, l’uomo che cerca di assaltare il fortino dell’uomo forte di Mosca a forza di manifestazioni anti-corruzione. E ieri è andato in scena un copione già sperimentato. La polizia ha lanciato lacrimogeni nella centralissima piazza Pushkin di Mosca.

Trenta giorni di carcere

Navalny è stato arrestato con l'accusa di "ripetuta violazione delle norme sull'organizzazione delle manifestazioni" e di "resistenza a un ordine di un agente di polizia". Come ha spiegato il servizio stampa della polizia moscovita, si tratta di reati di carattere amministrativo e ora sarà un tribunale a decidere la convalida del fermo. Secondo quanto riporta la stampa russa, rischia fino a 30 giorni di detenzione amministrativa. Navalny era già stato arrestato lo scorso 26 marzo nella prima manifestazione anti-corruzione a Mosca e ha scontato 15 giorni di arresto amministrativo. Fino a ieri sera, la protesta a Mosca doveva svolgersi in prospettiva Sakharov, lontano dal centro, come concordato con le autorità, ma all'ultimo momento l'oppositore ha invitato tutti a recarsi in via Tverskaya, a due passi dal Cremlino, per una manifestazione pacifica. Il motivo del cambio di programma, definito dalla polizia come una "provocazione", è stato che nessuna ditta è stata disposta a fornire il sistema audio e il palco che erano previsti, a causa della pressione esercitata da parte dell'amministrazione comunale.

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