giovedì 1 giugno 2017
Avrebbe dovuto scontare 5 anni per aver collaborato indirettamente ad almeno 170mila omicidi, tra cui di molti ebrei ungheresi. Aveva 95 anni
Il campo di sterminio di Auschwitz (Ansa)

Il campo di sterminio di Auschwitz (Ansa)

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È morto, a 95 anni, Reinhold Hanning, l'ultima guardia condannata per le atrocità commesse nel campo di concentramento di Auschwitz. Il suo processo si è concluso lo scorso mese di giugno con la condanna a 5 anni: era accusato di aver collaborato indirettamente ad almeno 170mila omicidi. Per i giudici è stato un "sostenitore volontario ed efficiente" dell'Olocausto.

Hanning è morto prima che la pena avesse effetto. In un certo senso è riuscito a cavarsela, almeno per quanto riguarda la giustizia umana. Thomas Walther, avvocato che ha difeso oltre 20 parti civili nel caso di Hanning, ha dichiarato di essere deluso dal fatto che sia morto prima di poter essere incarcerato. "Se la magistratura non fosse rimasta inattiva per decenni non ci sarebbe stata questa delusione", ha detto.


Hanning è rimasto in silenzio e senza emozioni per gran parte del suo processo, ma a un certo punto si è scusato con le vittime e ha detto di essere pentito di aver partecipato a una "organizzazione criminale" che aveva ucciso tante persone e causato tanta sofferenza.

Entrato volontariamente nei ranghi delle truppe naziste di Adolf Hitler all'età di 18 anni, Hanning è stato il guardiano di Auschwitz fra il 1943 e il 1944 ed era presente al campo durante la cosiddetta Operazione Ungheria, che ha visto la deportazione di 425.000 ebrei ungheresi ad Auschwitz nel 1944. Durante la sua permanenza arrivarono 92 convogli carichi di ebrei deportati. Molti furono subito uccisi nelle camere a gas, altri furono vittime di esecuzioni di massa o morirono di stenti.

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