lunedì 23 luglio 2012
​Il dissidente cattolico cubano Oswaldo Payá, vincitore del premio Sakharov per i diritti umani che ha trascorso la sua vita a sfidare il regime comunista dell'isola, è morto in un incidente stradale a Cuba. La famiglia non crede alla versione dell'incidente stradale
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Il dissidente cattolico cubano Oswaldo Payá, vincitore del premio Sakharov per i diritti umani che ha trascorso la sua vita a sfidare il regime comunista dell'isola, è morto in un incidente stradale a Cuba. A confermarlo padre Manuel Gonzalez giunto a Bayamo, luogo dell'incidente, per l'identificazione. "Ci sarà un'autopsia e un'inchiesta", ha aggiunto Gonzales. Gustavo Machin, funzionario dell'International Press Center, dipartimento del ministero dell'Interno, ha fatto sapere che nell'incidente ha perso la vita anche un'altra persona e che due stranieri, uno spagnolo e uno svedese, sono rimasti feriti.La famiglia di Oswaldo Payá non crede alla versione dell'incidente stradale. Per la figlia di Payà, Rosa Maria, la sua morte è stata provocata intenzionalmente. La donna, in particolare, ha riferito di alcune testimonianze in base alle quali un camion stava tamponando l'auto in cui viaggiava l'oppositore cubano cercando di farla uscire di carreggiata. "Volevano causare un incidente e hanno finito per uccidere mio padre", ha detto Rosa Maria.La versione della donna potrebbe essere confermata anche da un articolo pubblicato dal "Nuevo Herald", secondo cui Payà alcune settimane fa era già stato coinvolto in un incidente automobilistico. Frattanto anche all'Avana circolano le prime reazioni alla notizia della morte del dissidente. Il site governativo "Cubadebate" ha definito "deplorevole" l'incidente in cui Payà è rimasto vittima, mentre la rivista cattolica "Espacio laical" si è dichiarata "costernata" per l'accaduto.Dopo la fondazione del Movimento di liberazione cristiano, Oswaldo Payá, iniziò una campagna di sensibilizzazione per la nascita di un dialogo nazionale, si legge sul sito ufficiale del dissidente. L'11 giugno 1991 Paya venne aggredito nella sua casa dalle cosiddette 'brigate di risposta velocè. Quest'atto determinò l'interruzione della raccolta delle firme e la decisione di studiare un piano di transizione per trasformare pacificamente la società cubana.Nel 1993 ricominciò il suo progetto di raccolta firme per chiedere libere elezioni in Cuba. Nel 1996 elaborò il Progetto Varela, ovvero la richiesta di referendum per convertire in legge: il diritto alla libertà di espressione, la libertà di stampa, la libertà di associazione, il diritto dei cittadini cubani a fare impresa (attualmente previlegio degli stranieri) modifica della legge elettorale e amnistia per i prigionieri politici. Sulla base del Progetto Varela, Payá riunì la maggioranza delle organizzazioni dissidenti dentro l'isola, pubblicando il manifesto Tutti uniti.Nel 2001 tutto il movimento democratico unito dell'isola riuscì a raccogliere le 10.000 firme necessarie per convertire il Progetto Varela in una proposta di legge. Il 5 luglio 2002 Fidel Castro decise di interrompere la sessione dell'Assemblea in modo da non far discutere il Progetto Varela. La proposta pacifica di Paya, la mobilitazione dei cittadini cubani, richiamò l'attenzione internazionale verso l'isola tanto che il Parlamento Europeo decise di assegnare, il Premio Sakharov per i diritti umani ad Oswaldo Payá, che "rappresenta per molti cubani di oggi, quello che Andrei Sakharov rappresentò negli anni 80 per molti cittadini sovietici: la speranza".
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