sabato 9 luglio 2016
Monsignor Jorge Lozano: «Un patto comune contro la povertà»
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​Ispirati dalle riflessioni elaborate negli anni Duemila dall’allora arcivescovo di Buenos Aires, Jorge Mario Bergoglio, la Chiesa argentina ha esortato il Paese a vivere il Bicentenario come momento “per l’incontro fraterno”. Per presentare il documento, a maggio, la Conferenza episcopale locale ha scelto un luogo simbolico: la città di Tucumán dove, il 9 luglio 1816, nacquero le Province Unite del Rio de la Plata. Il testo analizza, a partire alla riflessione storica sulla nascita della nazione, l’attualità argentina. Soffermandosi sui  drammi che ancora feriscono la “casa comune”, in particolare la povertà, la corruzione, il narcotraffico, il degrado ambientale. Su tali problemi, i vescovi – attraverso la commissione nazionale della Pastorale sociale, guidata da monsignor Jorge Lozano, hanno invitato i partiti politici, simbolicamente, a unire le forze, sottoscrivendo un accordo condiviso, in occasione del Bicentenario. “Riflettere sulla comune origine deve spingerci ad affrontare, in modo solidale, le comuni sfide del presente”, spiega monsignor Lozano, vescovo di Gualeguaychú.Perché la scelta di questa sorta di “patto” per il Bicentenario?Abbiamo voluto cogliere l’occasione della festa nazionale per promuovere uno sforzo condiviso in favore del bene comune, al di là delle legittime differenze fra i vari partiti. Che cosa rappresenta il 9 luglio 1816, duecento anni dopo?Due secoli fa, i rappresentanti delle Province si misero d’accordo per creare una nazione indipendente da qualunque dominazione straniera e decisero di darsi una propria forma di governo. Dobbiamo riflettere sulle origini per rinnovare la nostra appartenenza a un medesimo popolo. E da qui trovare nuovo slancio per affrontare insieme, senza esclusioni, le emergenze attuali.L’Argentina celebra il Bicentenario in un momento di crisi. Come uscirne?E’ fondamentale la partecipazione di tutti i settori e che gli sforzi siano equamente divisi fra tutti. Non parlo solo dei vertici politici, è necessario l’impegno dell’intera società.
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