martedì 20 marzo 2012
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Quando cala il sipario, è il buio. E a Mogadiscio, capitale della martoriata Somalia, il sipario era giù da vent'anni. La guerra civile aveva distrutto persino il Teatro nazionale.Ma oggi c'è una buona notizia. Lo spettacolo può riprendere. Su il sipario. Mogadiscio ha un nuovo Teatro nazionale, sia pure all'aperto e realizzato da aziende cinesi. E' stato inaugurato lunedì. Alla cerimonia d'inaugurazione il presidente del governo di transizione, Sharif Sheik Ahmed, ha ricordato che "le tradizioni letterarie della Somalia risalgono a oltre 700 anni fa". "La loro ripresa - ha aggiunto - sarà importante nel processo di pace". Il primo ministro Ali Mohamed Abduweli ha reso onore al sacrificio delle forze armate che ha consentito di riaprire il teatro dopo decenni di caos, conflitti e carestie. Con nostalgia ha ricordato: "Venivo qui in un periodo sereno, vorrei che il teatro tornasse a quei fasti".La riapertura giunge in una fase importante per il futuro del Paese del Corno d'Africa. Negli ultimi mesi la sicurezza nella capitale è migliorata grazie all'offensiva delle forze governative e delle truppe della missione Amisom contro gli shabab, i giovani mujahidin legati ad al-Qaeda.Tuttavia alcune regioni del sud e del centro restano sotto il controllo degli shabab, mentre la città strategica di Dhusamareb è stata riconquistata in questi giorni dai filogovernativi con una battaglia costata almeno 22 morti.
Anche la situazione politica è complicata: ad agosto scadrà il mandato del governo di transizione e il nuovo assetto politico ipotizzato dai principali leader prevede uno Stato federale, con Mogadiscio capitale, un numero dimezzato di deputati e una Camera alta composta da saggi.Eppure conforta sapere che una luce si è accesa in tanto buio. Lo spettacolo ricominci. Per la Somalia va in scena la speranza.
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