lunedì 30 maggio 2011
Tensione a Belgrado, dove gli ultranazionalisti si sono radunati per protestare contro l'arresto dell'ex generale. Cento fermi. Estradizione vicina, ma lui nega ogni responsabilità per l'eccidio.
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Scade oggi il termine per la presentazione del ricorso contro la decisione dei giudici di Belgrado di estradare Ratko Mladic al Tribunale penale internazionale dell'Aja per i crimini nella ex Jugoslavia (Tpi). Milos Saljic, l'avvocato difensore dell'ex generale serbo-bosniaco, catturato il 26 maggio a Lazarevo nel nordest della Serbia, ha fatto sapere che farà pervenire il ricorso ai giudici con tutta probabilità via posta. Non si conosce l'ora esatta in cui il ricorso verrà inviato, ma si presume che il legale sfrutterà tutto il tempo a sua disposizione, fino alla fine della giornata, facendo fede il timbro postale sulla lettera.Il ricorso verrà esaminato nel giro di tre giorni da una commissione di tre giudici del tribunale speciale per i crimini di guerra di Belgrado e se, come si presume, verrà respinto, Mladic verrà immediatamente trasferito al carcere di Scheveningen presso l'Aja. L'ultimo via libera spetta al ministero della giustizia serbo. È difficile credere che i giudici impiegheranno tre giorni per decidere.   I giudici hanno dato luce verde all'estradizione nonostante le precarie condizioni di salute, fisiche e psichiche, dell'ex generale, ritenendo che sia comunque in grado di affrontare un processo. Di parere opposto l'avvocato Saljic e i familiari, il figlio Darko e la moglie Bosiljka, secondo i quali Mladic non èassolutamente nelle condizioni di essere trasferito e ha bisogno di cure urgenti.Intanto centoundici arresti, inclusi 37 minorenni, dieci manifestanti e 26 poliziotti feriti: questo il bilancio delle proteste scioppiate ieri sera a Belgrado contro l'arresto, il 26 maggio, dell'ex generale serbo bosniaco, Ratko Mladic. Lo riferisce il ministro degli Interni Ivica Dacic, precisando che la polizia è tuttavia riuscita a riprendere il pieno controllo della città circa un'ora dopo l'inizio degli attacchi da parte di qualche centinaia di giovani hooligans. In serata, dal palco della manifestazione, il figlio Darko Mladic aveva ribadito la presunta innocenza del padre, che ieri ha detto di non riconoscere il Tribunale penale internazionale dell'Aja (Tpi) al quale verrà estradato prossimamente, sottolineando l'intenzione di volersi difendere a processo.
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