giovedì 16 dicembre 2021
Gli ultimi dodici stranieri ancora in ostaggio della gang 400 Mawzoo sono stati rilasciati a due mesi esatti dal maxi-sequestro
Protesta contro i sequestri a Port-au-Prince

Protesta contro i sequestri a Port-au-Prince - Reuters

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Liberi, dopo due mesi esatti di incubo. I dodici missionari protestanti di Christian Aid ancora in ostaggio della gang 400 Mawzoo - undici cittadini statunitensi e un canadese - sono stati rilasciati ieri. Per gli altri cinque del gruppo, rapiti sempre il 16 ottobre alla periferia della capitale, la prigionia era finita il 5 dicembre. Il rapimento di massa - tra i catturati c'erano cinque donne e un bimbo di due anni - aveva molto colpito l'opinione pubblica dell'isola che era scesa in piazza per protestare contro il dilagare delle bande armate. Per queste ultime, i sequestri sono la principale fonte di finanziamento. Tutti sono a rischio: anche i poveri, presi per ottenere un po' di cibo o un po' dello scarso mobilio. Dalla scorsa primavera, con la cattura dei dieci cattolici - tra preti, suore e laici - a Croix-des-Bouquets, tuttavia, le gang hanno compiuto un salto di qualità. Nel mirino sono finite categorie prima intoccabili, inclusi gli esponenti di Chiese e organizzazioni caritative. Come Christian Aid, creato in Ohio da comunità mennonite e Amish e attiva nel Paese da decenni, dove porta avanti numerosi progetti di solidarietà. La 400 Mawzoo aveva chiesto una cifra da capogiro - 17 milioni di dollari - per i missionari stranieri. Non si sa se tale somma sia stata effettivamente pagata né quali siano le condizioni degli ex rapiti. Le gang hanno una fame spasmodica di denaro per acquistare le armi e ampliare la rete di corruzione. Appare chiaro ormai la volontà della 400 Mawzoo e della G9 - i gruppi principali - di entrare nella contesa politica data la fragilità del governo dopo l'assassinio del presidente Jovenel Moïse, il 7 luglio.

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