giovedì 16 agosto 2012
Dal 1998 a oggi sono stati 13.500 i migranti che hanno perso la vita durante la traversata, nel tentativo di raggiungere le coste dei Paesi Europei. Il 2011, con almeno 1.500 decessi, è stato l'anno più tragico.
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Il bilancio di vittime accertate delle traversate di migranti nel Mediterraneo è quest'anno di 170 persone. Lo scrive l'associazione Human Rights Watch nel report "Hidden emergency" ("Emergenza nascosta"), ricordando anche che dal 1998 a oggi sono state "13.500 le persone morte tentando la traversata, di cui almeno 1.500 nel 2011, l'anno con il più alto numero di decessi che si ricordi". Le operazioni di soccorso nel Mediterraneo sono ostacolate da scarso coordinamento, sostiene Human Rights Watch: "Dispute sulle responsabilità, disincentivi per le navi commerciali a prestare soccorso, e un'enfasi sulla protezione dei confini. Le persone in fuga da persecuzioni o alla ricerca di una vita migliore -si legge- tentano la pericolosa traversata dalla costa nord africana verso l'Europa, spesso in imbarcazioni inadatte a tenere il mare e pericolose" "La prevenzione delle morti in mare deve essere il cuore di un approccio, coordinato a livello europeo, verso la migrazione su barconi -chiede Human Rights Watch-. Durante la Primavera araba, l'ufficio dell'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati affermò che tutte le navi sovraccariche di migranti nel Mediterraneo dovessero ritenersi bisognose d'aiuto. Questa idea dovrebbe informare l'approccio dell'Unione europea nei confronti del salvataggio di barconi di migranti".
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