martedì 1 marzo 2016
Riprende lo sgombero della grande tendopoli, sospeso ieri sera per gli scontri. Gas lacrimogeni e lancio di sassi. «Gli incendi appiccati da attivisti».
Polveriera Balcani, cariche sui migranti
Migranti, alta tensione a Calais
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Ripartono oggi le operazioni di sgombero della parte sud della Giungla di Calais interrotte ieri sera a causa degli scontri tra polizia, attivisti no-border e migranti. Durante la notte la polizia in tenuta antisommossa avrebbe sparato gas lacrimogeni contro i migranti che lanciavano sassi contro le squadre di demolitori. Le autorità cercano di spostare i migranti in container di spedizione situati in un'altra zona della Giungla, ma molti si rifiutano, temendo di essere in questo modo costretti a chiedere asilo in Francia e a dover rinunciare così al sogno di stabilirsi nel Regno Unito. Ieri sgombero sospeso per scontri. Fiamme, sassi e lacrimogeni. Il primo giorno di sgombero della tendopoli di Calais, nel nord della Francia, è degenerato negli scontri tra attivisti no-border, migranti e circa duecento agenti di polizia incaricati di presidiare le squadre di operai giunte sul posto per smantellare le tende e le capanne. Alle 17 la situazione non era più sostenibile e, a causa delle violenze, la Police Nationale ha deciso di sospendere le operazioni. Ma non è bastato a placare gli spiriti visto che scontri sporadici si protraevano in serata. Quattro fermi e 5 agenti feriti. Secondo un primo bilancio, quattro persone sono state fermate e cinque agenti sono rimasti leggermente feriti. Lo sgombero progressivo della parte sud della tendopoli, deciso giovedì scorso dal Tar di Lille, era cominciato ieri mattina intorno alle 8.30. Il governo Hollande aveva da subito garantito il carattere "umanitario" e "progressivo" dello sgombero. Secondo le associazioni, sono oltre 3.400 i disperati che devono lasciare la zona meridionale della 'Junglè, circa un migliaio secondo la prefettura. Incendi appiccati dagli attivisti. In un primo tempo, l'atmosfera era relativamente calma ma gli incendi appiccati in una ventina di baracche hanno contribuito a risvegliare le tensioni. Secondo fonti di polizia, ad accendere il fuoco, sarebbero stati gli stessi attivisti no-border con il preciso scopo di mandare a monte l'evacuazione. Nel cielo azzurro di Calais la densa coltre di fumo sprigionata dalle baracche in fiamme della Giungla era visibile per tutto il pomeriggio.
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