giovedì 22 novembre 2012
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Mario Mauro, capogruppo della delegazione italiana del Ppe, considera un successo, per tutto il Parlamento europeo, il via libera alla nomina del maltese Borg.Come sono stati superati gli ostacoli lungo il percorso in sede Ue?Bisogna considerare che Malta, costretta a proporre una candidatura – dopo le dimissioni di John Dalli – in un momento molto delicato, a pochi giorni dal voto, ha espresso nella scelta di Tonio Borg tutta la sua credibilità. Borg è un cristiano, nel senso più autentico del termine, e questo ha creato una pesante ipoteca sulla sua candidatura da parte di alcuni gruppi più a sinistra. In realtà, sin dall’inizio, si è percepita l’opportunità, visto il valore della persona, di andare al di là di un approccio ideologico.Le audizioni di settimana scorsa sembravano aver disinnescato ogni posizione pregiudizievole.Le audizioni sono state tanto severe quanto straordinarie, perché è emerso chiaramente che ci si trovava di fronte ad un uomo profondamente competente e capace di mediazione. Poi però alcuni gruppi, come Alde, verdi e comunisti, hanno continuato ad esercitare pressioni, in un gioco volto a dimostrare chi fosse più progressista. A quel punto si è rivelata una spaccatura tra i socialisti. Che si è però risolta in sede di voto, quando il Parlamento ha dimostrato di saper superare ogni atteggiamento preconcetto.Cosa accadrà quando, in futuro, Borg di troverà ad affrontare tematiche delicate?Borg si è impegnato a rispettare la Carta dei Diritti fondamentali della Ue, e credo che mai sarà chiamato ad esprimere pareri personali: sarebbe proprio questa richiesta a configurare un atteggiamento discriminatorio che la Ue, sin dall’inizio, si è premurata di tutelare.
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