lunedì 14 marzo 2016
FOTO I siriani nell'enorme campo profughi in Giordania. L'Onu stima 5mila nuovi nati dal 2012, al ritmo di 50/80 a settimana.
Così ci si sposa e si nasce nel campo di Zaatari
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Nel corso di cinque anni di guerra civile siriana il campo profughi in Giordania a Zaatari è molto cambiato: le tende sono state sostituite da baracche, le strade polverose sono state pavimentate e nuova generazione di siriani teme che i propri figli non vedranno mai la loro casa.

(Foto Reuters/Muhammad Hamed) Hudhayfah Al Hariri, che è fuggito da Deraa in Siria, quattro anni fa, e ha potuto vedere è cresciuta Zaatari, diventando con 85.000 rifugiati, la quarta "città" per numero di abitanti della Giordania. Hariri ha 26 anni e aveva programmato di sposarsi nella sua città natale, in Siria. Per mesi aveva lavorato per preparare il futuro appartamento nel quale sarebbe dovuto andare a vivere con sua moglie. Ma, una volta che i bombardamenti sopra Deraa sono cresciuti esponenzialmente, Hairiri è stato costretto a fuggire dalla Siria. Il suo è stato il primo di molti matrimoni che si sono celebrati nel campo nel deserto a 15 km dal confine giordano con la Siria.

Una foto di quel giorno mostra Hariri e la sua giovane moglie 20enne seduti su sedie di plastica. Dietro hanno una tappezzeria colorata messa lì per l'occasione di festa. Mentre Hariri ha lo sguardo fisso verso la telecamera, sua moglie guarda malinconicamente altrove.

Una bambina, Siwar, è nata il 7 marzo in una sala operatoria poco illuminata all'interno di uno dei due ospedali da campo presenti a Zaatari. All'interno del campo profughi vi sono due cliniche pediatriche: quella dov'è nata Siwar dispone di una sala operatoria e di uno staff medico di 118 persone. L'altra clinica, sostenuta dalle Nazioni Unite, dispone di 24 posti letto, e un'équipe medica composta da 39 tra ginecologi, pediatri, ostetriche e infermieri.

L'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati ha stimato che sono nati a Zaatari da quando il campo è stato istituito nel 2012, tra i 50 e gli 80 bambini a settimana. Poche settimane fa era stato superata la quota 5mila per quanto riguarda le nascite all'interno del campo profughi.

La madre, Um Rimas, di 22 anni, dopo che Siwar è nata a Zaatari ha detto che il suo più grande dolore è che i suoi genitori non potranno vedere i loro nipoti. "È difficile qui. Quando sei nel tuo paese sei circondato dalla tua famiglia. Invece, qui al campo non ho nessuno" ha raccontato Um Rimas con un filo di voce dopo che il suo secondo figlio non è nato nella sua Siria, ma a Zaatari tra le baracche.

Maid, ha 26 anni ed è fuggita da Homs 3 anni fa, dopo che la sua casa è stata distrutta dai bombardamenti. Oggi è incinta del suo quarto figlio: sarà il secondo che nascerà nel campo di Zaatari. La giovane donna ha raccontato che la rattrista vedere che i suoi figli, dopo aver trascorso i loro primi anni in Siria, abbiano oggi solo pochissimi ricordi della loro casa. «Quando siamo venuti qui all'inizio continuavano a chiedermi, 'quando potremo tornare indietro?' Ma ora hanno dimenticato il loro passato, sono occupati con il gioco e la scuola e non pensano più alla Siria. Se resteremo qui ancora altri due anni, finiremo tutti per dimenticare la Siria».
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