mercoledì 6 novembre 2019
Devin, 13 anni, ha nascosto i bambini e si è incamminato a piedi per avvisare i soccorsi. Julián LeBarón, che ha subito la vendetta dei narcos, accusa la sicurezza: intervenuti 4 ore dopo l’allarme
L'arrivo delle autorità nel luogo del massacro (Ansa)

L'arrivo delle autorità nel luogo del massacro (Ansa)

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«Perché nessuno ci ha aiutato?». Il giorno dopo il massacro di nove familiari – tra cui sei bambini –, non c’è risposta all’interrogativo di Julián LeBarón. In un’intervista diffusa dai media nazionali, il noto attivista anti-violenza ha raccontato di aver avvertito le autorità intorno alle 13 di lunedì, subito dopo aver sentito gli spari e aver visto il fumo dalla strada per cui si erano incamminate le tre cugine a bordo di altrettante auto. I primi militari, però, sono arrivati sul posto solo dopo quattro ore.

Nel frattempo, è stata la comunità mormona LeBarón a recarsi sul posto, soccorrere i feriti e cercare i bimbi scomparsi. Da sola. «Né la Procura del Chihuahua né del Sonora, dato che la strage è avvenuta a cavallo dei due Stati, si sono mosse. Non sappiamo se per paura o per complicità», ha affermato LeBarón. Mentre la polizia latitava e i familiari organizzavano battute di ricerche, a salvare le vite di sei piccoli è stato Devin, 13 anni.

Quando le raffiche di Ak47 hanno devastato l’auto, il ragazzino si è gettato sulla sorellina di sette mesi, Faith Marie, facendole scudo con il suo corpo. Sopravvissuto, poi, Devin ha nascosto i due fratellini, Trevor, 11 anni, e Rogan, 2 anni, entrambi feriti, fra i cespugli. E ha percorso a piedi i 23 chilometri che lo separavano da casa per chiedere aiuto. Alla fine, il ragazzino ha condotto l’esercito sul luogo dell’eccidio.

La sua testimonianza, inoltre, sembra smentire l’ipotesi del ministro per la Sicurezza, Alfonso Durazo, secondo cui le vittime sarebbero cadute nel fuoco incrociato tra narcos o perché confuse con esponenti del gruppo rivale. Gli otto ragazzini superstiti hanno raccontato che, dopo l’attacco e l’esplosione della prima vettura, le donne al volante delle altre due auto si sono fermate e sono scese con le mani alzate. Invano hanno spiegato che a bordo c’erano solo minori: gli uomini armati le hanno crivellate di proiettili.

Difficile capire quale gruppo sia stato. Per ora, le autorità – che hanno accettato la collaborazione Usa – hanno arrestato un sospetto nella vicina Agua Prieta: nella sua casa sono stati trovati armi e due ostaggi.

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