giovedì 12 settembre 2013
Gruppi armati sono penetrati il 7 settembre in molte case di Maalula. In una vi erano tre uomini greco cattolici e la donna A., che racconta l'episodio. Gli islamisti hanno intimato a tutti di convertirsi all’islam, pena la morte. Sarkis ha risposto con chiarezza: «Sono cristiano e se volete uccidermi perché sono cristiano, fatelo». Il giovane è stato ucciso a sangue freddo, con gli altri due.(Foto Giorgio  Migliari)
LA STORIA Il villaggio dove si parla ancora la lingua di Gesù (Camille Eid)​​​​
In una lettera all'Onu il sì alla convenzione sul disarmo
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Per i cristiani siriani Maalula, il villaggio cristiano a Nord di Damasco, attaccato nei giorni scorsi da gruppi armati islamisti, è già “terra di martiri”. Grazie a una testimone oculare, una donna cristiana di nome A. (anonima per motivi di sicurezza), attualmente in ospedale a Damasco,l'agenzia Fides ha ricostruito nel dettaglio la sorte dei tre cristiani uccisi a Maalula. Le loro esequie sono state celebrate il 10 settembre a Damasco, nella cattedrale greco-cattolica, con una liturgia presieduta dal Patriarca melkita Gregorio III Laham, alla presenza di vescovi di altre confessioni.Secondo quanto racconta a Fides la donna, i gruppi armati sono penetrati il 7 settembre in molte case dei civili, distruggendo e terrorizzando, colpendo tutte le immagini sacre. In una casa vi erano tre uomini greco cattolici Mikhael Taalab, suo cugino Antoun Taalab, Sarkis el Zakhm, nipote di Mikhael, e la donna A., loro parente, che racconta l'episodio. Gli islamisti hanno intimato a tutti i presenti di convertirsi all’islam, pena la morte. Sarkis ha risposto con chiarezza: «Sono cristiano e se volete uccidermi perché sono cristiano, fatelo». Il giovane è stato ucciso a sangue freddo, con gli altri due. La donna è rimasta ferita ed è salva per miracolo, in seguito condotta in ospedale a Damasco. «Quello di Sarkis è un vero martirio, una morte in odium fidei», dice a Fides Suor Carmel, fra i cristiani di Damasco che assistono gli sfollati di Maalula. I presenti al funerale erano molto commossi. Oggi gli sfollati di Maalula, in maggioranza a Damasco, rimarca l a suora, «chiedono solo di poter tornare alle proprie case, in pace e sicurezza».
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