mercoledì 20 marzo 2013
A Latorre e Girone sono contestati i reati di “violata consegna aggravata” e “dispersione di oggetti di armamento militare”. Intanto la Procura di Roma ha disposto una consulenza tecnica sul computer e la macchina fotografica di bordo della petroliera “Enrica Lexie” dove erano imbarcati i fucilieri di marina. L'indagine permetterà di ricostruire, almeno in parte, l'accaduto.
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I due fucilieri di marina, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, sono stati interrogati dalla procura militare di Roma in qualità di indagati per i reati di “violata consegna aggravata” e “dispersione di oggetti di armamento militare”. La loro iscrizione nel registro degli indagati risale a subito dopo la morte dei due pescatori indiani. L'intrrogatorio dei due militari è durato più di tre ore.«La procura militare valuterà la situazione. E soprattutto la connessione con il procedimento del giudice ordinario», ha dichiarato Marco De Paolis, procuratore militare di Roma, al termine dell'interrogatorio.Latorre e Girone, infatti, sono indagati sia dalla procura militare che da quella civile, che indaga per il più grave reato di omicidio volontario.  Per accertare i fatti, la procura di Roma, ha disposto una consulenza tecnica sul computer e sulla macchina fotografica di bordo della petroliera “Enrica Lexie”, sulla quale erano imbarcati i marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, accusati di aver ucciso due pescatori indiani. L'obiettivo è ricostruire in maniera più precisa possibile la dinamica dei fatti.L'accertamento, che comincerà il 28 marzo prossimo, è stato disposto dal procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo e dal sostituto Elisabetta Ceniccola, titolari del fascicolo processuale che vede i due fucilieri della Marina Militare indagati per omicidio volontario. Accertamento tecnico che si svolgerà in contraddittorio tra le parti, ossia alla presenza di esperti in rappresentanza degli indagati. Attraverso il computer di bordo, sul quale sono registrate le conversazioni tra il comandante dell'equipaggio e l'armatore, nonchè le comunicazioni fatte dagli organismi italiani, e la macchina fotografica, sulla quale sono memorizzate le immagini di quello che era ritenuto un attacco di pirati e la successiva reazione dei marò, gli inquirenti intendono ricostruire quanto accaduto, in acque internazionali, al largo dell'India. Una ricostruzione, comunque, parziale, visto che agli atti del fascicolo processuale mancano, tra l'altro, i risultati degli esami autoptici eseguiti sui cadaveri dei due pescatori, le perizie balistiche, le prove di sparo sulle armi di Latorre e Girone ed i resoconti dei testimoni indiani. Atti sollecitati in due distinte rogatorie internazionali alle autorità indiane, ma che non hanno finora sortito l'effetto auspicato. Agli atti dei pm Capaldo e Ceniccola ci sono le versioni fornite dai due marò, («sparato 7-8 colpi in mare per scoraggiare l'avvicinamento di un'imbarcazione diversa da quella mostrata dalle autorità indiane»). Ora, attraverso la consulenza, gli inquirenti auspicano di ampliare i dati in loro possesso. Ad esempio, dalla macchina fotografica si potranno avere conferme sul tipo di imbarcazione presa di mira da Latorre e da Girone.Il premier indiano: «Italia ha violato tutte le norme diplomatiche»La decisione italiana di non far rientrare in India i due marò Massimilliano Latorre e Salvatore Girone ha violato tutte le norme diplomatiche. Lo ha affermato il primo ministro indiano, Manmohan Singh, in una lettera inviata al chief minister del Kerala, Oommen Chandy. Come riferisce il Times of India, Singh ha assicurato che tutte le opzioni diplomatiche e legali verranno esplorate per fare in modo che i due militari italiani facciano ritorno in India e vengano sottoposti a processo. La decisione italiana, scrive Singh nella lettera, getta un'ombra sulle relazioni tra i due Paesi.Nella missiva Singh ha assicurato di condividere il sentimento di indignazione nazionale per la comunicazione dell'Italia che i marò non ritorneranno in India per il processo legato alla morte di due pescatori. Il premier ha aggiunto che in questa vicenda tutte le opzioni diplomatiche e legali saranno esplorate per portarli indietro e sottoporli al processo.L'autorizzazione di quattro settimane di permesso concessa a Massimiliano Latorre e Salvatore Girone dalla Corte Suprema di New Delhi dopo la presentazione di una richiesta e di una dichiarazione giurata da parte dell'ambasciatore Daniele Mancini, scade il 22 marzo. La stessa Corte, dopo aver intimato a Mancini di non lasciare l'India scatenando un vivo dibattito sul rispetto dell'immunità diplomatica, ha fissato una nuova udienza per il 2 aprile.
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