martedì 28 aprile 2015
La Corte Suprema ha deciso di rinviare a dopo il primo luglio, dopo oltre due mesi di vacanze estive,l'esame di tutte le cause pendenti inclusa quella dei due fucilieri italiani. «Peccato non si chiamino marines».
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La Corte Suprema indiana oggi ha deciso di rinviare a dopo il primo luglio - dopo oltre due mesi di vacanze estive - l'esame di tutte le cause pendenti inclusa quella dei due marò, Massimiliano Latorre (cui la Corte ha concesso di restare in Italia fino al 15 luglio per completare la convalescenza dopo l'intervento al cuore del 5 gennaio scorso) e Salvatore Girone. Uno stop che arriva malgrado gli stessi giudici indiani nell'udienza del 9 aprile avessero stigmatizzato le «tattiche dilatorie» della difesa italiana per rinviare l'inizio del processo. La vicenda ha scetenato nuovi attacchi al governo. "La sudditanza del governo nei confronti degli Stati Uniti, emersa con maggiore risonanza in occasione della tragica morte del nostro connazionale Giovanni Lo Porto, lascia pensare che se i marò si fossero chiamati 'marines' sarebbero già a casa. Invece Massimiliano e Salvatore attendono ancora giustizia, dopo oltre tre anni di agonia". Lo dichiarano i deputati M5S della commissione Esteri, biasimando la decisione della Corte suprema di rinviare, "nuovamente" aggiungono i 5 Stelle, il ricorso dei fucilieri di Marina contro la polizia investigativa Nia. "Matteo Renzi e il ministro Gentiloni dovrebbero chiedere scusa ai nostri militari e alle loro famiglie - proseguono -. L'unica azione intrapresa fino ad ora stata un banalissimo tweet a inizio legislatura, dopo di che la farsa dell'arbitrato e infine il silenzio più assoluto", concludono i parlamentari. "Nuovo rinvio per i marò. Ma a Matteo Renzi che cosa frega? Lui la dignità se la gioca sull'Italicum...", scrive su twitter il presidente di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni.
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