venerdì 22 febbraio 2013
Permesso di quattro settimane ai militari Girone e Latorre. Ministro Terzi: «Grande soddisfazione». Ma i passaporti non si trovano, i due fucilieri di marina viaggeranno con documenti provvisori. Dovranno firmare un affidavit relativamente ai loro obblighi nei confronti della giustizia indiana. Chiesta come garanzia anche una lettera all'ambasciatore italiano.
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La Corte Suprema di New Delhi ha concesso oggi un permesso di quattro settimane ai marò Salvatore Girone e Massimiliano Latorre per recarsi in Italia e permettere loro, tra l'altro, di votare alle elezioni. Nel concedere il permesso, la sezione della Corte Suprema presieduta dal giudice capo Altamas Kabir ha chiesto ai due marò di firmare un affidavit relativamente ai loro obblighi nei confronti della giustizia indiana. Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, che risiedono nell'ambasciata italiana a New Delhi, si dovranno quindi ora recare presso gli uffici della Corte Suprema. E' stata chiesta come garanzia anche una lettera all'ambasciatore d'Italia Daniele Mancini in cui si impegna ad assicurare il ritorno dei due imputati. Si tratta di una impegnativa simile a quella presentata all'Alta Corte del Kerala in occasione della precedente licenza natalizia. Durante la discussione, durata meno di mezzora, il vice procuratore dello Stato P.P. Malhotra ha espresso la sua contrarietà alla concessione del permesso. Ha in particolare presentato tre obiezioni: che la petizione doveva essere presentata direttamente dai marò, che sono ancora sotto processo in base all'articolo 302 (omicidio) del codice penale indiano e che esiste ancora una denuncia della polizia del Kerala nei loro confronti. Dopo aver sentito le considerazioni, il giudice Kabir ha ricordato che nella sentenza del 18 gennaio relativa al ricorso italiano sulla giurisdizione aveva ordinato al governo di New Delhi di avviare la costituzione di un tribunale speciale per giudicare gli italiani e che ciò non era stato ancora fatto. Ha quindi deciso di autorizzare un permesso della durata di quattro settimane come richiesto dalla parte italiana.I due marò andranno in Italia con un documento provvisorio in quanto i loro passaporti non si trovano. Lo ha stabilito la Corte Suprema di New Delhi. Dopo il trasferimento dei marò nella capitale indiana il 18 gennaio scorso, il tribunale di Kollam (in Kerala) aveva spedito i documenti via posta al ministero degli Interni, ma secondo fonti del dicastero il "trasferimento sarebbe in tramite". Per ora risultano però introvabili. "È uno sviluppo molto positivo e provo grande soddisfazione - ha detto il ministro degli Esteri Giulio Terzi -. Il permesso consentirà ai nostri due ragazzi di esercitare il loro diritto di voto e di trascorrere quattro settimane con i loro familiari in Italia, ma anche perché la decisione di oggi conferma il clima di fiducia e collaborazione con le autorità indiane e lascia ben sperare per un positivo esito della vicenda".
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