lunedì 29 aprile 2013
​L'ha lasciato intendere il ministro degli Esteri Salman Khurshid parlando con giornalisti italiani. Nella legge indiana, ha ricordato, esiste "un'attenuante molto cruciale, quella della buona fede".
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I due marò italiani accusati di aver ucciso due pescatori indiani non rischiano la pena di morte. Lo ha lasciato intendere il ministro degli Esteri indiano Salman Khurshid parlando con alcune agenzie italiane a margine di una sua visita a Mosca. Il processo, ha detto, potrebbe durare due-tre mesi.Il ministro ha ricordato che nella legge indiana esiste "un'attenuante molto cruciale, quella della buona fede".  "Se uno agisce in buona fede - ha sottolineato - non c'è colpevolezza penale".Una nuova indagine e un tribunale ad hoc che dovrà operare su base quotidiana è quanto aspetta nelle prossime settimane Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, che dal 19 febbraio 2012 sono trattenuti in India con l'accusa di responsabilità nella morte di due pescatori in un incidente in mare al largo delle coste del Kerala. L'ultimo intervento venerdì della Corte Suprema ha di fatto avallato la scelta fatta dal governo di affidare alla polizia antiterrorismo (Nia) le nuove indagini su quanto avvenne quel pomeriggio del 15 febbraio 2012 quando la petroliera Enrica Lexie incrociò il peschereccio St.Antony nelle acque contigue indiane.
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