sabato 25 aprile 2015
«Funziona in un terzo dei casi». La Gsk: avrà un prezzo non profit. Terminati i test in sette Paesi africani: se verrà approvato dall’Oms, sarà disponibile da ottobre e potrebbe salvare milioni di bambini.
COMMENTA E CONDIVIDI
Per ora è una solida promessa, una speranza clinica. Protegge meno del previsto, è vero, ma è pur sempre il primo vaccino al mondo contro la malaria a intravedere il traguardo dell’approvazione. Potrebbe salvare ogni anno milioni di bambini l’Rts,S/As01, sviluppato dall’azienda britannica GlaxoSmithKline (Gsk) con il finanziamento della Bill & Melinda Gates Foundation: è il più avanzato dei diversi potenziali vaccini anti-malaria in fase di sviluppo. La comunità scientifica ne ha parlato ieri – Giornata mondiale della malaria – dopo i risultati di uno studio pubblicati su Lancet: l’immunizzazione si è rivelata efficace in circa il 30% dei bambini quando la prima dose viene somministrata nei primi mesi dopo la nascita (tra il quinto e il diciassettesimo), del 26% in quelli più piccoli. Non è appunto l’antidoto definitivo, ma se si pensa che oltre 1.200 bambini muoiono ogni giorno per la malaria, 50 ogni ora, ecco che anche una soluzione parziale riveste un’importanza enorme.Il vaccino potrebbe essere disponibile già a partire dal mese di ottobre e la Gsk si è impegnata a rendere il prodotto «disponibile a prezzo not for profit». «Abbiamo in vista un candidato vaccino che potrebbe avere un reale impatto su questa terribile malattia che colpisce moltissimi bambini nel primo anno di vita – Kwaku Poku Asante, principale ricercatore dello studio condotto su 16mila bambini in sette Stati africani –. L’ampio numero di bambini affetti da malaria, anche diverse volte l’anno, fa pensare che questo candidato vaccino potrebbe prevenire milioni di casi se distribuito correttamente».Lo studio è stato effettuato su due gruppi di bambini, quelli a cui è stata data la prima dose del vaccino tra le 6 e 12 settimane di vita e quelli a cui è stata somministrata tra i 5 e 17 mesi. Ad un gruppo sono state date tre dosi, all’altro anche una dose di richiamo. Si è così visto che l’efficacia era del 30% in quelli che avevano avuto anche la dose di richiamo, ma la protezione è calata gradualmente nel tempo. I ricercatori hanno cercato di sostenerla con una dose di richiamo, ma la protezione non ha mai raggiunto il livello offerto dalle dosi iniziali, senza contare che si sono avuti vari effetti collaterali, tra cui 22 casi di meningite.         L’Agenzia europea dei medicinali (Ema) dovrà ora rivedere i dati e, se soddisfatta, il vaccino riceverà l’autorizzazione per essere messo in commercio. In tal caso l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) potrebbe raccomandarne l’uso già da questo ottobre, anche se aveva stabilito come obiettivo per il 2015 di avere un vaccino efficace al 50% con una protezione di durata superiore a un anno. In tutto il mondo il 73% delle morti nei bambini al di sotto dei 5 anni è attribuibile a sole sei cause, quattro delle quali di tipo infettivo, quindi trasmissibili. Tra di esse la malaria, che resta ai primi posti nonostante i notevoli successi degli ultimi anni principalmente legati agli investimenti fatti per distribuire a larghe fasce di popolazione colpita le nuove terapie di combinazione contenenti l’artemisina. Si calcola che nel 2014, nel mondo, ancora 200 milioni di persone sono rimaste infettate e circa un milione sono morte, di cui il 78% bambini. Tra il 2001 e il 2013, 4,3 milioni di vite sono state salvate grazie ad un migliore accesso a prevenzione, diagnosi e trattamento. «Dipende da tutti noi – sottolinea Giacomo Guerrera, presidente di Unicef Italia – governi, comunità internazionale, operatori sanitari o donatori, mettere in atto le misure per sconfiggere questa devastante malattia un volta e per tutte».
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: