martedì 23 aprile 2019
Al via in Malawi, Ghana e Kenya la sperimentazione del farmaco “Rts,s”, lanciato da Gavi e prodotto dalla Gsk. Ogni anno 200 milioni di casi, l’80% dei quali nel continente nero
La vaccinazione di un bimbo in Ghana / Ansa

La vaccinazione di un bimbo in Ghana / Ansa

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435mila sono i morti nel 2017 nel mondo secondo l’Oms a causa della malaria. Il trend sembra essere rimasto invariato nel 2018. Il 93% delle morti a livello globale sono avvenute nel Continente africano, nonostante diverse misure adottate
17 sono i Paesi africani oltre all’India dove è stata registrata la maggior parte dei 217 milioni di casi nel 2017.


La sconfitta della malaria sembra più vicina. Ricercatori, organizzazioni umanitarie e case farmaceutiche hanno lavorato negli ultimi anni alla produzione di un vaccino. L’obiettivo è di ridurre nei prossimi quattro anni di circa il 40 per cento i casi e i decessi causati dalla malattia. «Almeno 435mila persone sono morte nel 2017 perché colpite dalla malaria – stima l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) –. Circa il 93 per cento dei decessi avviene nel continente africano». Per questo motivo Gavi, il partenariato pubblico-privato per l’alleanza dei vaccini fondato dal magnate statunitense Bill Gates, lancerà oggi il primo progetto pilota con un vaccino contro la malaria. I Paesi scelti per questa operazione sono Malawi, Ghana e Kenya.

All’interno di questi Stati africani sono state individuate le regioni più a rischio che saranno teatro di tale impresa sanitaria. Le autorità locali e internazionali sono già sul posto per cominciare un processo che potrebbe salvare la vita a migliaia di persone, soprattutto bambini di età inferiore ai cinque anni. «Dobbiamo capire se questa soluzione è adatta ad essere usato nel mondo reale – ha dichiarato Seth Berkley, direttore di Gavi –. Gli effetti positivi avuti in laboratorio potrebbero essere diversi sul campo». Il vaccino chiamato “Rts,s” e prodotto dalla Gsk verrà somministrato durante i programmi di ordinaria vaccinazione per i bambini. Il Malawi sarà il primo ad avviare il processo, seguito poi da Ghana e Kenya. La malaria è una delle malattie che uccide di più in Africa. Ogni anno ci sono circa 200 milioni di casi nel mondo, e circa l’80% si registrano nel continente nero. «Nonostante la sua modesta efficacia, questo vaccino potrebbe avere un enorme impatto – ha affermato la dottoressa Mary Hamel, a capo del programma di implementazione del vaccino per l’Oms –. I bambini vengono colpiti dalla malaria molto spesso, in Kenya circa sei volte all’anno».

Il 25 aprile è stato nominato il giorno contro la malaria nel mondo.

Durante gli ultimi dieci anni, fino al 2017, sono stati fatti dei passi avanti nel sconfiggere la malattia. Le popolazioni più colpite hanno utilizzato zanzariere e insetticidi distribuiti dalle autorità o dalle agenzie umanitarie, mentre le case farmaceutiche hanno prodotto medicine in grado di guarire i malati velocemente, ma temporaneamente. Gli scienziati hanno inoltre formato delle zanzare geneticamente modificate con l’intenzione di rendere sterili gli insetti portatori del parassita. Si tratta di una corsa contro il tempo piena di ostacoli. Sono infatti sempre più frequenti i casi in cui le zanzare riescono ad adottare forme di resistenza e sembrano più immuni agli insetticidi.

Contro ebola già compiuti passi avanti

La seconda più grave epidemia di ebola nella storia ha già ucciso oltre 800 persone e colpito almeno 1.220 civili nel nord-est della Repubblica democratica del Congo Fin da quando è iniziata la crisi lo scorso agosto, la decima in Africa, gli operatori sanitari hanno usato un vaccino sperimentale chiamato: rVSV-ZEBOV-GP e prodotto dalla casa farmaceutica, Merck & Co. In passato altri vaccini non hanno funzionato, ma si sono fattio passi in avanti. Quest’ultimo vaccino avrebbe invece un’efficacità pari al 97,5% ed è stato iniettato a circa 90mila persone. La strada per una completa cura resta però ancora lunga.



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