giovedì 1 marzo 2018
Slitta di un mese la data del voto in seguito a un accordo tra l’esecutivo e uno dei partiti dell’opposizione
Maduro ha dovuto cedere alle opposizioni, posticipando le elezioni presidenziali in Venezuela a maggio (Ansa)

Maduro ha dovuto cedere alle opposizioni, posticipando le elezioni presidenziali in Venezuela a maggio (Ansa)

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Le “elezioni contro tutti” non si faranno. Almeno il 22 aprile. Il Consiglio elettorale – vicino al governo – ha annunciato, ieri, il rinvio del voto presidenziale alla seconda metà di maggio. Dietro lo slittamento di data, c’è un accordo tra l’esecutivo e uno dei partiti dell’opposizione, Avamzada Progresista, guidato da Henri Falcón. L’unico dell’anti-chavismo ad aver deciso di non boicottare la consultazione, considerata poco trasparente. Mercoledì, Falcón aveva annunciato la propria partecipazione ai comizi.

Il dietro front – a tre giorni dal pomposo atto di presentazione ufficiale della candidatura da parte di Nicolós Maduro– lascia trasparire una crescente difficoltà del presidente di far fronte alla pressione interna e internazionale. Messo all’angolo dalle minacce di non riconoscimento da parte dei vicini, oltre che dagli Usa, il leader sembra aver fatto un passo indietro. Proprio come era avvenuto la settimana scorsa quando Maduro s’è rimangiato l’annuncio di estendere le consultazioni del 22 aprile a tutti gli organi rappresentativi.

È presto per capire se sia solo un ennesimo intento cosmetico. Volto a migliorare la propria immagine agli occhi del mondo. E, in particolare, della comunità latinoamericana che gli ha ritirato l’invito alla riunione dell’Organizzazione degli Stati americani del 13 e 14 aprile. Difficile per Maduro giustificare di fronte a quest’ultima la democraticità e trasparenza di un voto celebrato senza l’opposizione, a parte cinque candidati di minuscole formazioni, più o meno vicine all’esecutivo.

La presenza di Falcón, tuttavia, potrebbe essere solo una “coperta di Linus”. Il resto dell’anti-madurismo, al momento, non si è pronunciato. Molto dipenderà da ciò che farà quest’ultimo. Soprattutto in base a quali garanzie di imparzialità potrà dare il governo.

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