sabato 8 gennaio 2022
La svolta è stata annunciata dal governo di Narendra Modi: la licenza è stata rinnovata alle Missionarie della Carità dopo che sono stati presentanti «i documenti necessari al dipartimento interessato
Si è risolta la vicenda del blocco dei fondi dall'estero per le Missionarie della Carità indiane

Si è risolta la vicenda del blocco dei fondi dall'estero per le Missionarie della Carità indiane - Ansa

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Il governo di New Delhi fa marcia indietro e decide di sbloccare i fondi della organizzazione benefica di Madre Teresa di Calcutta delle Missionarie della Carità, permettendole di ricevere finanziamenti dall'estero. Lo ha riferito l'agenzia di stampa Ani spiegando che la licenza è stata rinnovata dopo che sono stati presentanti «i documenti necessari al dipartimento interessato».

Il blocco dei fondi dall'estero era stato annunciato dal governo indiano il giorno di Natale. Il ministero degli Interni del governo di Narendra Modi aveva quindi spiegato che erano state riscontrate alcune irregolarità. Da tempo i gruppi fondamentalisti indù accusavano i centri delle Missionarie della carità di fare «proselitismo cristiano», accusa respinta dall'organizzazione che gestisce cliniche e case per poveri e malati in India.

L'organizzazione benefica 'Missionarie della Carità' è stata fondata a Calcutta nel 1950 da Madre Teresa, una suora cattolica macedone albanese trasferitasi in India. È uno degli enti di beneficenza cattolici più noti al mondo. Madre Teresa è stata insignita del Premio Nobel per la Pace nel 1979 per il suo lavoro umanitario ed è stata dichiarata santa da Papa Francesco nel 2016, 19 anni dopo la sua morte. L'India, a maggioranza indù, ospita circa 24 milioni di cristiani, pari a circa il due per cenro della popolazione. In India vive la seconda comunità cattolica più grande dell'Asia, seconda solo alle Filippine.

Sunita Kumar, portavoce delle Missionarie della Carità, ha dichiarato: «Siamo felici e lieti che il governo centrale abbia realizzato e ripristinato la nostra registrazione Fcra. Le persone che stanno donando, sanno che questi fondi sono per i poveri. Hanno anche alzato la voce, chiedendo perché fosse successo. Sono comunque felice»

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