venerdì 15 maggio 2015
​La bimba era stata portata via otto anni fa dal padre. Dopo un iniziale scambio di persona e il giallo delle "due Alondra", un test del dna ha permesso il lieto fine.
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Per sette anni ha cercato la figlia che l'ex marito le aveva portato via. Ci sono volute una serie di peripezie e un test del Dna per risolvere il caso delle "due Alondra", che ha tenuto in bilico per settimane l'opinione pubblica messicana, appassionata dalla storia di una madre che cercava disperatamente la sua bambina ed invece ha trovato una "sosia". La storia è iniziata nel 2007 a Houston, dopo la separazione di Reynaldo Diaz e Dorotea Garcia, una coppia di messicani residenti nel Texas. Il marito decise di tornare in Messico, portandosi via la figlia Alondra, malgrado non ne avesse la custodia legale. Da allora, Dorotea Garcia ha iniziato una lunga battaglia nei tribunali americani per poter riabbracciare la figlia, mentre la sua famiglia cercava di rintracciare la piccola Alondra nello stato messicano di Michoacan (centro-ovest del paese) dove vive la famiglia del padre.   Quando finalmente la giustizia messicana ha dato ragione alla madre di Alondra, poche settimane fa, il caso si è complicato ancora di più: agenti dell'Interpol hanno prelevato in una scuola di Michoacan una bambina di 13 anni, Alondra Luna, e l'hanno portata a forza a Houston, dove però si è scoperto che non era "quella" Alondra. Le autorità messicane, imbarazzate, hanno dovuto ammettere la confusione fra le due ragazzine: hanno la stessa età, lo stesso nome e una cicatrice nella stessa parte del viso. Una volta chiarito che Alondra Luna non era Alondra Diaz, Dorotea Garcia è riuscita a convincere l'ex marito a consegnare la figlia, promettendogli di ritirare le denunce che aveva presentato contro di lui nel Texas.    Così Alondra Diaz è stata consegnata alle autorità lunedì scorso dai suoi nonni paterni, e per evitare nuovi malintesi si è proceduto a un esame del Dna per confermarne l'identità. Ora che, in base ai risultati del test, si è certi che si tratta della figlia, ormai tredicenne, che la madre cercava da otto anni, mancano solo poche pratiche giudiziarie perché possa essere tornare a Houston. Nel frattempo, Dorotea Garcia ha potuto finalmente riabbracciare la sua Alondra in un tribunale di Michoacan. "È stato incredibile, c'è stata una reazione chimica immediata fra di noi", ha detto la donna, raccontando che "non abbiamo resistito all'impulso di correre l'una nelle braccia dell'altra, mentre con gli occhi cercavamo l'autorizzazione del giudice, senza sapere come comportarci".
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