venerdì 30 gennaio 2009
L'opposizione in piazza contro la «dittatura del presidente Ravalomanana». Dati alle fiamme i magazzini alimentari: una settantina i cadaveri carbonizzati ritrovati nei negozi saccheggiati.
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Si allargano a macchia d’olio le violenze in Madagascar e decine di cadaveri sono stati ritrovati dopo i disordini scoppiati nelle manifestazioni promosse dal 34enne sindaco della capitale Antananarivo, Andry Rajoelina. Una settantina di persone sono morte durante le proteste dell’oppisizione contro il presidente Marc Ravalomanana. Secondo il quotidiano "Le Verite", sei persone sono state uccise a colpi d’arma da fuoco durante i disordini, mentre sarebbero almeno 37 i corpi senza vita recuperati dalle macerie di un centro commerciale devastato dalle fiamme nel quartieri Analaqueli. Almeno 22 invece, secondo "Le Verite", i morti nella località di Toliara, mentre sette vittime sono state contate tra Toamasina, Sambava e Mahajanga. Il quotidiano descrive la situazione come «apocalittica» e riporta notizie di assalti alle attività commerciali nella capitale e nelle maggiori città del Paese. Ad Antananarivo è stato imposto il coprifuoco, ma ieri decine di migliaia di sostenitori dell’opposizione sono tornate in piazza. All'origine della protesta. Gli incidenti sono iniziati lunedì, quando una manifestazione organizzata dal sindaco di Antananarivo, Andry Rajoelina, per chiedere la liberazione di tre studenti arrestati, è culminata con l’incendio dei locali della radiotelevisione pubblica. Rajoelina accusa il presidente Ravalomanana di «appropriazione indebita di denaro pubblico» e di «minacce alla democrazia» e ha chiesto l’appoggio dell’esercito per guidare un governo di transizione. 
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