sabato 25 aprile 2020
Si rincorrono voci addirittura sulla morte, ma Trump smentisce: «Solo fake news»
Si rincorrono le voci sul dittatore nordcoreano Kim Jong-un

Si rincorrono le voci sul dittatore nordcoreano Kim Jong-un - Reuters

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Mentre la Corea del Nord continua ufficialmente a non registrare alcun caso di coronavirus nel Paese, la salute di Kim Jong–un rimane un mistero. Secondo fonti Usa, il leader nordcoreano sarebbe in gravissime condizioni. Lo stesso Trump, che ha il dente avvelenato con la "Cnn", non ha perso tempo nel dipingere l’emittente che per prima ha diffuso la notizia come inattendibile, come "fake news": «Penso che l’articolo non sia corretto» aggiungendo di avere un buon rapporto con Kim Jong–un e di sperare che stia bene. Per Francesco Sisci, sinologo, professore di politica internazionale all’Università di Pechino Kim sarebbe addirittura morto. Ipotesi rilanciata anche da Sky Italia, mentre altre fonti contattate da £Reuters" affermano che la Cina avrebbe inviato a Pyongyang un team di esperti, compreso personale medico, per un consulto sulle condizioni di Kim.

Già partite, intanto, le illazioni su un’eventuale successione in caso di una sua prematura dipartita. Tra tutti i dirigenti sono due quelli che potrebbero aspirare ad occupare il posto eventualmente vacante: Kim Yo Jong, la giovanissima e ambiziosa sorella e il settantenne Choe Ryong Hae, vice presidente della potentissima Commissione degli affari di Stato, l’organizzazione che controlla l’apparato amministrativo, economico e politico del Paese.

In un Paese prettamente confuciano dove l’uomo– padre–padrone è una figura di assoluto rilievo, l’esperto e navigato Choe Ryong Hae è il più papabile, ma Kim Yo Jong rappresenta la soluzione di continuità storica e famigliare. Inoltre la sorella di Kim Jong–un avrebbe l’appoggio non solo della famiglia, ma anche delle personalità politiche, militari e economiche che il fratello, abile giocatore, è riuscito a collocare nei posti chiave della scacchiera nordcoreana. Kim Yo Jong infine ha dimostrato di essere abile almeno quanto Choe nel muoversi all’interno della nomenklatura del partito. La vita quotidiana nel Paese non sembra però risenta di alcunché. Le scuole sono state riaperte dopo una lunga chiusura dovuta all’epidemia e in tutta la nazione sono all’opera più di 230 squadre di pronto intervento epidemiologico. Per contro i media nazionali hanno annunciato un inasprimento delle restrizioni per contenere la propagazione del virus. Il Rodong Sinmun ha pubblicato un duro editoriale in cui si chiede alla nazione di «non abbassare la guardia ».

Il rilassamento, conclude il giornale «è un atto di autodistruzione ». Questi ammonimenti hanno generato un’ondata di allarme portando la popolazione a fare incetta di generi alimentari nei supermercati di numerose città. Per far fronte alla pandemia Russia e Cina hanno inviato 10.000 kit per test del coronavirus e il governo ha chiesto ulteriori aiuti a Singapore. Secondo l’ufficio Oms di Pyongyang le operazioni di controllo procedono a rilento e sono limitate alle sole zone indicate dalle autorità come prioritarie. Ad oggi solo 740 nordcoreani sono stati sottoposti al test e 212 sono in quarantena.

Il sistema sanitario nordcoreano, dopo essere stato uno dei migliori nel blocco socialista, dagli anni Novanta ha subito un drastico ridimensionamento quantitativo, ma soprattutto qualitativo come ha sorprendentemente confermato lo stesso Kim Jong–un quando, il 17 marzo scorso ha posato la prima pietra per la costruzione di un nuovo ospedale affermando che «non c’è un ospedale sanitario moderno ed efficiente neppure nella capitale». Il coronavirus sarà l’occasione per rivedere la politica sanitaria e ampliare i servizi anche verso le componenti più anziane della popolazione nordcoreana.

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