sabato 26 marzo 2016
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BRUXELLES C ontinua la difficile e dolorosa opera di riconoscimento delle vittime. E, a distanza di giorni dal duplice attacco al cuore dell’Europa, emergono i volti e le storie della tragedia. Anche l’Italia è stata “toccata”. Ieri il cugino di Patricia Rizzo – la donna di 48anni data per dispersa e la cui famiglia è originaria della Sicilia e che lavorava all’Ercea, l’Agenzia esecutiva del Consiglio della ricerca Europea, un organismo della Commissione Ue – ha scritto su Facebook: «Purtroppo Patricia non è più con noi. Abbiamo messo fine a questa corsa interminabile contro il tempo per ritrovarti: Pat, mi manchi, ci manchi. Ti voglio bene». Il suo Dna è stato identificato. Confermata anche la morte di una cittadina tedesca, di origini italiane, Jennifer Scintu Waetzmann, nell’attacco all’aeroporto Zaventem. «Le operazioni di riconoscimento procedono con estrema lentezza – hanno fatto sapere fonti ufficiali – soprattutto a causa delle condizioni in cui sono stati ritrovati i corpi delle persone morte nella metropolitana. A ciò si aggiungono procedure burocratiche particolarmente lunghe e complesse». Secondo alcune indiscrezioni, sarebbero almeno 14 i corpi maciullati la cui identificazione appare difficilissima. Tra le vittime, come ha fatto sapere il segretario di Stato Usa John Kerry, ci sono anche due americani. Morti anche tre olandesi. «È orribile che queste persone siano state massacrate dall’arbitrarietà del terrorismo», ha dichiarato il ministro degli Esteri di Amsterdam, Bert Koenders. Le vittime sono un fratello e una sorella di circa 20 anni che vivevano negli Usa e una donna originaria della città di Deventer. Londra ha confermato la morte nell’attentato alla metropolitana di David Dixon, 53enne cittadino del Regno Unito ma residente da 10 anni in Belgio. L’uomo, un informatico di Nottingham, si trovava sul vagone esploso alla stazione di Maelbeck, per la quale passava ogni mattina andando a lavoro. Lascia un figlio di sette anni. Patricia Rizzo
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