sabato 26 marzo 2016
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NEWYORK C on una firma del governatore dell’Indiana, Mike Pence, è stata promulgata ieri la legge che aggiunge ampi limiti all’aborto nello Stato del Midwest. La misura vieta le interruzioni di gravidanza motivate dalla razza, dal sesso o dalle disabilità del nascituro. Inoltre proibisce la donazione di tessuto fetale e impone ai medici che effettuano aborti di esercitare la professione in un ospedale qualificato dello Stato. La legge era stata approvata da entrambe le Camere dell’Assemblea statale, a maggioranza repubblicana, ed è stata applaudita dalle associazioni di difesa della vita. Il testo, simile ad altri passati da legislature statali negli ultimi anni, considera i medici responsabili se una donna abortisce a causa della razza, sesso o disabilità del feto, come la sindrome di Down. Già il Nord Dakota vieta l’aborto dopo una diagnosi di anomalie genetiche. Planned Parenthood, la rete di cliniche abortive, ha annunciato un ricorso in appello per bloccare le nuove norme prima che entrino in vigore a luglio. Ma la bufera proprio attorno a Planned Parenthood non accenna a placarsi. I membri repubblicani della commissione parlamentare incaricata di indagare sull’organizzazione hanno avanzato una richiesta di comparizione per i ricercatori sui tessuti fetali. Richiesta che i democratici non hanno intenzione di accettare, sostenendo che rivelare i nomi dei ricercatori potrebbe esporli a gravi rischi per la loro sicurezza. Lo scontro si inserisce nella controversia esplosa la scorsa estate, quando la diffusione di alcuni video avanzò l’ipotesi che Planned Parenthood commerciasse illegalmente in materiali fetali. Da allora molti repubblicani hanno invocato l’abolizione dei finanziamenti pubblici a suo favore. ( E.Mol.) © RIPRODUZIONE RISERVATA Proteste contro Parenthood
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