venerdì 9 settembre 2011
Si spara anche a Bani Walid, l'altra roccaforte dei fedelissimi del raìs, che ora è ricercato per crimini contro l'umanità. Il dramma dei tuareg, in fuga dalle violenze.
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Pesanti combattimenti sono scoppiati alle porte di Sirte e Bani Walid, gli ultimi due bastioni dei fedelissimi di Gheddafi. Lo riferiscono alcuni testimoni.Raffiche di razzi 'grad' sono stati sparati dalle postazioni degli insorti del Cnt sia a nord di Bani Walid, sia a est di Sirte, città natale di Gheddafi. A Bani Walid è un via vai di ambulanze che fanno la spola dalla linea del fronte trasportando i feriti, mentre a Teassain, 90 km a est di Sirte, altre testimonianze riferiscono di intensi scambi di razzi tra le forze del Cnt e le forze pro-Gheddafi che ancora controllando la città.Sta per scadere l'ultimatum perchè le città ancora in mano alle forze del Colonnello depongano le armi e consentano l'ingresso pacifico delle truppe ribelli.Intanto l'Interpol ha emesso un ordine internazionale di arresto nei confronti di Muammar Gheddafi, del figlio Saif al-Islam e di Abdullah al-Senussi, capo dei servizi segreti del rais.L'ordine d'arresto, si legge sul sito dell'Interpol, è un "Codice rosso" ed è stato emesso su richiesta del procuratore capo della Corte penale internazionale (Cpi) dell'Aja, Luis Moreno-Ocampo, per crimini contro l'umanità.Il conflitto rischia di provocare un esodo. Migliaia di tuareg stanno abbandonando la Libia meridionale, cercando di raggiungere l'Algeria, per sfuggire alle violenze cui il popolo degli "uomini blu" è stato oggetto, sia da parte dei lealisti gheddafiani, che degli insorti. I tuareg, per attraversare il confine del deserto, stanno affrontando lunghi trasferimenti, con temperature altissime e pochi rifornimenti di cibo e acqua.
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