lunedì 17 agosto 2015
Appello a trovare un'intesa per fermare i jihadisti. Ma il governo di Tobruk chiede armi e bombardamenti.
L'ANALISI Quell'equilibrio tragico tra i due governi (Federica Zoja)
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L'Is (Isis) continua a terrorizzare Sirte. La situazione in Libia si aggrave e la comunità internazionale moltiplica gli appelli per una soluzione politica che veda un'intesa delle varie fazioni libiche in funzione anti Califfato, ma l'interlocutore da essa riconosciuto, il Parlamento di Tobruk, non sembra interessato alla proposta e chiede invece un intervento armato dei Paesi arabi contro i jihadisti. Oltre alla fine dell'embargo sulle armi. I governi di Francia, Germania, Italia, Spagna, Gran Bretagna e Stati Uniti hanno chiesto a tutte le fazioni di unire le proprie forze contro lo Stato islamico. Domani in una riunione straordinaria al Cairo, la Lega Araba valuterà al Cairo le rischiesta di Tobruk al Cairo, che disperato per quanto sta accadendo a Sirte, ha chiesto di bombardare il Califfato. Il deterioramento della situazione, ha sottolineato il governo algerino, è una minaccia per tutta la regione, mentre il ministro degli Esteri italiano, Paolo Gentiloni, ha rinnovato la richiesta di arrivare presto ad una intesa tra le opposte fazioni, altrimenti, ha avvertito, la Libia rischia di diventare una nuova Somalia. Parigi, Berlino, Madrid, Roma, Londra e Washington hanno condannato con forza gli atti barbarici che terroristi affiliati all'Isis stanno perpetrando a Sirte. "Siamo profondamente preoccupati dalle notizie che parlano di bombardamenti indiscriminati su quartieri della città densamente popolati e atti di violenza commessi al fine di terrorizzare gli abitanti - si legge in un comunicato congiunto dei 6 paesi - . Facciamo appello a tutte le fazioni libiche che desiderano un Paese unificato e in pace affinchè uniscano le proprie forze per combattere la minaccia posta da gruppi terroristici transnazionali che sfruttano la Libia per i loro scopi".

L'appello della Farnesina "Ci felicitiamo - si legge in un comunicato diramato dalla Farnesina - per la recente sessione di negoziati per il dialogo politico svoltasi a Ginevra e ribadiamo tutto il nostro appoggio al processo di dialogo guidato dal rappresentante speciale del segretario Generale delle Nazioni Unite, Bernardino Leon". "Ribadiamo ancora una volta - prosegue la Farnesina, lanciando un appello - che non esiste una soluzione militare al conflitto politico in Libia, e rimaniamo preoccupati per la situazione economica e umanitaria che peggiora giorno dopo giorno. Siamo pronti a sostenere la messa in pratica di questo accordo politico, affinchè il Governo di Concordia Nazionale e tutte le nuove istituzioni nazionali possano funzionare efficacemente e venire incontro alle necessità più urgenti del popolo libico". Ma le autorità libiche, che oltre ai raid aerei dei Paesi arabi, chiedono anche la revoca del divieto della vendita di armi imposto dall'embargo Onu nel 2011. Tobruk si è rivolto alla Lega rammentando che a causa dell'embargo Onu imposto nel 2011, avvertono: l'Isis connquisterà altro territorio senza un intervento armato.

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