giovedì 10 febbraio 2022
Prima del voto un commando attacca l'auto dell'ex premier Dbeibah che non intende dimettersi. Proteste di piazza a Tripoli e si muovono le milizie
Il nuovo premier libico Fathi Bashagha, già ministro degli Interni

Il nuovo premier libico Fathi Bashagha, già ministro degli Interni - Reuters

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Un passo indietro, verso la «vecchia Libia». La stabilizzazione politica, pare sempre un miraggio nel deserto della Cirenaica. La Camera dei rappresentanti di Tobruk ha scelto il nuovo premier: è Fathi Bashagha e dovrebbe essere lui a traghettare il Paese al voto per le presidenziali. Un passaggio che avrebbe dovuto fissare fragili equilibri nel composito caleidoscopio libico, già diventato una spaccatura del Paese che porta indietro di anni.
Abdel Hamid Dbeibah, il premier uscente, di primo mattino è uscito illeso a un attentato a Tripoli. Un commando di sconosciuti ha aperto il fuoco contro l’auto del premier mentre stava tornando a casa: la «raffica di proiettili», probabilmente sparata da un Kalashnikov, ha colpito il parabrezza lasciando illesi il politico e il suo autista. Il commando – ignota al momento identità e numero degli assalitori – sarebbe riuscito a fuggire a bordo di un’altra auto. Un agguato che ha tutto il sapore dell’avvertimento mafioso, capace di condizionare il voto previsto poche ore dopo. Non a caso il procuratore capo della Libia ha aperto un’inchiesta secondo fonti giudiziarie per «tentato omicidio». Dbeibah, magnate dell’edilizia nominato un anno fa durante il processo di pace gestito dall’Onu, avrebbe dovuto dimettersi dopo le elezioni nazionali previste il 24 dicembre.
Intanto a Tobrik, prima dell’elezione di Fathi Bashagha, l’unico concorrente – Khaled al-Bibas – «si ritira dalla seduta del parlamento». Questa almeno la versione di "al-Arabiya" con un tweet. Più tardi, però, l’ex funzionario del ministero dell’Interno ha smentito di essersi ritirato dalla corsa a primo ministro. L’elezione di Bashagha, avvenuta per acclamazione e all’unanimità, è stata definita da un deputato, Aguila Saleh, «una completa farsa».
L’elezione a premier di Bashagha, ex-ministro dell’Interno, non può che alimentare veleni e spaccature. Una scelta che potrebbe insabbiare qualsiasi Road map verso la riforma costituzionale e la transizione a un legittimo governo di unità nazionale. Bashagha, che ha invece incassato l’appoggio del generale Khalifa Haftar e poco dopo quella del Consiglio di Stato, avrà una settimana di tempo per formare un nuovo governo, che dovrà essere sottoposto a voto di fiducia, e per far approvare gli emendamenti alla dichiarazione costituzionale. Da quella data, secondo la Road map approvata dal parlamento di Tobruk, scatterebbero i 14 mesi entro cui tenere le elezioni. Nessuna dichiarazione di Dbeibah dopo l’attentato, ma il premier sfiduciato da Tobruk nelle scorse settimane, ha ribadito giorni fa che «continuerà a lavorare fino a quando il potere non sarà trasferito ad un’autorità eletta». E a sera arriva il sostegno dell’Onu. Questo vuol dire che la Libia si avvia ad avere – come nel pieno della guerra civile – due governi paralleli: uno con sede a Tripoli e uno a Sirte o Bengasi tornando così alla spaccatura
Una spaccatura che non può che alimentare le tensioni sul terreno. Già ieri un gruppo di manifestanti si è riunito davanti alla sede del parlamento di Tripoli, protestando contro l’elezione di Fathi Bashagha: i dimostranti hanno chiesto lo scioglimento del Parlamento e dell’Alto Consiglio di Stato, rifiutando «qualsiasi nuova fase transitoria». E mentre da piazza dei Martiri si sono levati slogan per «elezioni subito», da Zauiya si sono mosse milizie verso Tripoli.

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