martedì 8 marzo 2011
Il capo del Consiglio nazionale provvisorio libico, costituitosi a Bengasi, l'ex ministro della giustizia Mustafa Abdel Jalil, ha detto alla tv satellitare Al Jazira che se Muammar Gheddafi «lascia il Paese entro 72 ore, e ferma i bombardamenti, noi non lo perseguiremo» per i suoi crimini. La Nato e l'Onu studiano le modalità di un intervento per fare cessare le violenze sui civili. Le forze armate libiche bombardano Ras Lanuf e Zawiya. La Ue estende le sanzioni.
- Ciò che serve: più politica che armi di Vittorio E. Parsi
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Un rappresentante di Gheddafi ha offerto colloqui ai ribelli del Consiglio libico nazionale sull'uscita di scena del raìs, ma l'organismo ha respinto negoziati con un leader di cui non si fida. Lo ha detto oggi un portavoce dei ribelli, mentre il governo libico ha negato che ci siano state trattative, secondo quanto riferito dalla tv al Jazeera. Oggi la linea di fronte nell'est della Libia è statica, con le forze fedeli a Gheddafi e i ribelli che tengono le posizioni in una stretta fascia costiera vicino ai terminal petroliferi tra le cittadine di Ras Lanuf e Bin Jawad, circa 550 chilometri a est della capitale Tripoli. Le forze fedeli a Gheddafi hanno sferrato un nuovo bombardamento con l'artiglieria pesante contro Zawiya, località situata una quarantina di chilometri a sud-ovest di Tripoli, ancora in mano agli insorti nonostante un assedio in corso da cinque giorni e ripetuti raid lealisti dal cielo e da terra. Per la prima volta un caccia-bombardiere dell'aeronautica libica ha centrato una casa nella periferia orientale di Ras Lanuf, il centro petrolifero conteso da giorni tra i i ribelli e le truppe fedeli a Gheddafi. Si temono vittime tra le macerie della palazzina di appartamenti alta due piani distrutta dall'esplosione. I rappresentanti dei 27 Paesi Ue hanno definito l'accordo sull'estensione delle sanzioni alla Libia. L'intesa è stata sancita dopo il superamento di alcune osservazioni tecniche avanzate da Malta. Tra gli asset entrati nel mirino dell'Unione ci sarebbero anche quelli controllati dalla Banca centrale libicaSul fronte internazionale, Gran Bretagna e Francia guidano i lavori nell'Ue per una no-fly zone sulla Libia, per impedire a Gheddafi di condurre raid aerei contro combattenti e cittadine ribelli o di inviare rinforzi. Il governo Usa resiste alla pressione di alcuni parlamentari americani che chiedono un intervento diretto, dicendo di voler prima capire quale impatto potrebbero avere le opzioni militari nel Paese produttore di petrolio.Le Nazioni Unite hanno chiesto 160 milioni di dollari per finanziare un'operazione nei prossimi tre mesi per fornire posti per dormire, cibo e medicine. Il segretario degli Esteri britannico William Hague ieri a Londra ha detto di stare lavorando a stretto contatto con i partner "sugli elementi di una risoluzione su una no-fly zone, chiarendo la necessità di un sostegno regionale, imprescindibile per una simile risoluzione e un'appropriata base legale". Una fonte francese ha detto che anche la Francia sta lavorando con i partner Onu sulla risoluzione. Gli Stati del Golfo hanno chiesto una no-fly zone e un vertice urgente della Lega Araba. Sia la Nato sia Obama non sono favorevoli a un intervento che non abbia l'autorizzazione dell'Onu. Un'ipotesi, quest'ultima, difficile da realizzarsi perché Russia e Cina sono intenzionate a non rinunciare ad esercitare il proprio diritto di veto sulle decisioni del Consiglio di sicurezza dell'Onu.Al-Jazeerà ha mostrato le immagini di presunti soldati libici giustiziati per essersi rifiutati di aprire il fuoco contro i rivoltosi. Il video, pubblicato anche sul sito web della tv del Qatar, è stato consegnato ad 'al-Jazeerà da un gruppo di ribelli della regione montagnosa a ovest di Tripoli. Un uomo che afferma di essere scampato alle esecuzioni ha testimoniato di avere visto alcuni soldati con i piedi legati essere giustiziati con un colpo d'arma da fuoco alla testa sparato da distanza ravvicinata. 'Al-Jazeerà ha sottolineato di non poter accertare l'autenticità del video.
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