sabato 21 febbraio 2015
La denuncia: l'arsenale di Gheddafi trafugato dai ribelli. Eppure quegli armamenti risultano eliminati. Resterebbero depositi di gas "precursori".
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Armi chimiche dell'arsenale di Muammar Gheddafi sarebbero finite nelle mani di milizie libiche. È quanto rivela il sito del quotidiano arabo stampato a Londra Asharaq al Awsat. Le armi, tra cui gas mostarda (iprite) e il nervino sarin, sarebbero state trafugate dai depositi nel deserto centrale e meridionale della Libia. Lo riferiscono fonti militari libiche sottolineando il timore che possano finire nelle mani dei jihadisti di Is. La notizia, però, contrasta con quella della distruzione totale dell'arsenale chimica del Colonello, terminata il 5 febbraio del 2014 come accertarono il direttore generale dell'Organizzazione per la messa al Bando della Armi Chimiche (Opwc), il turco Ahmet Uzumcu, e rappresentati di Usa, Germania e Canada che fornirono assistenza tecnica alla Libia per eliminare i pericolosi gas. Gas eliminati in una zona remota del deserto libico a 640 chilometri a sud-est di Tripoli.La distruzione delle armi. Lo stesso Gheddafi aveva iniziato a distruggere il suo arsenale nel 2004, quando temendo di fare la fine di Saddam Hussein strinse un accordo con Washington per porre fine al suo programma per le armi di distruzioni di massa. La Libia, ufficialmente, è senza "armi chimiche" dall'anno scorso, anche se custodisce ancora sostanze che possono essere trasformate in armamenti.L'annuncio che "la Libia è divenuta totalmente priva di armi chimiche" era stato fatto il 4 febbraio scorso anno, al termine di un processo di smantellamento iniziato nel 2004 quando il Paese - all'epoca sotto il regime di Muammar Gheddafi - aderì alla Convenzione sulle armi chimiche (Cac). In quell'anno la Libia possedeva 24,7 tonnellate di iprite, e oltre 3.500 bombe per aereo caricate con gas letali.L'allarme sui gas "precursori". Lo scorso settembre però l'Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (Opac), quella che per l'Onu ha monitorato la distruzione delle armi chimiche siriane, fece sapere che la Libia deve ancora smantellare il 60% dei suoi "precursori", le sostanze che possono essere trasformati in armi chimiche.Si tratta di 850 tonnellate di materiale che in gran parte, secondo una richiesta della Libia, andrebbe portata fuori dal territorio libico via nave, operazione diventata improponibile nell'attuale situazione. Già all'epoca la richiesta di trasferire all'estero le sostanze era stata motivata col rischio che cadessero in mani sbagliate.L'esistenza di arsenali segreti emerse con evidenza quando le autorità libiche al potere a Tripoli dopo la rivoluzione che spodestò Gheddafi sorpresero gli ispettori internazionali quando comunicarono di aver scoperto alla fine del 2011 e all'inizio del 2012 due depositi non dichiarati, per un totale di quasi due tonnellate di materiale letale, in gran parte caricato su proiettili di artiglieria. Questa residua riserva di armi, ha rivelato il New York Times, venne distrutta tra la fine del 2013 e l'inizio del 2014 grazie a un accordo segreto tra Stati Uniti e Libia.
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