mercoledì 11 settembre 2013
Il premier alla Camera: «Una soluzione politica è possibile». «Urgente la convocazione della conferenza di Ginevra 2».
Mozione francese all'Onu: Damasco dichiari i gas entro 15 giorni
TWITTER DIARIO DALLA SIRIA di Giorgio Ferrari
FOTOGALLERY Profughi siriani in LIbano (Cesvi)
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"Non partecipiamo ad operazioni militari in assenza di un preciso mandato dell'Onu". Lo ha ribadito il premier Enrico Letta intervenendo alla Camera in merito alla crisi siriana. "La priorità ora è una: evitare che l'uso di armi chimiche si ripeta. La prima urgenza è uno sforzo della comunità internazionale per prevenire e evitare un nuovo uso. Non voglio farmi illusioni, la strada diplomatica resta in salita, ma è una strada da battere con determinazione". ha sottolineato Letta."Siamo convinti che nessuna delle parti in campo sia capace di prevalere nel conflitto: una politica negoziata è l'unica via praticabile per la stabilizzazione" della Siria e della regione e bisogna "continuare a sostenere" la conferenza Ginevra 2 la cui convocazione è "urgente e indispensabile".Dai banchi dell'emiciclo è partito un forte applauso quando Letta ha nominato l'inviato della Stampa, Domenico Quirico e padre Dall'Oglio. "Quirico è un uomo finalmente libero, strappato da una terra che continua a nascondere padre Dall'Oglio, un uomo nel cui volto ho letto la sofferenza di un dramma individuale, ma che riguarda e investe noi e il nostro ruolo"."Non dimentichiamo l'emergenza umanitaria. Dobbiamo alleviare le sofferenze in Siria e negli stati vicini sui cui confini si sono già accalcati due milioni di profughi. E un intervento per ragioni umanitarie è essenziale al fine di evitare il collasso dell'economia di paesi confinanti la cui stabilità è preziosa per la sicurezza regionale, mondiale e per la nostra sicurezza. Pensiamo alla Giordania e al Libano", ha poi sottolineato Letta parlando a Montecitorio."Molti hanno citato il Libano - ha ricordato- dove opera un avamposto di Italia con il consenso e il plauso di tutti. Mi riferisco al contingente Unifil che ci rende in definitiva un paese confinante con la crisi siriana. Confido nella sensibilità di questo Parlamento per propiziare, attraverso lo strumento del decreto legge, le missioni in via di imminente rinnovo e l'approvazione del nostro contibuto italiano in linea con quello annunciato dai nostri principali partner internazionali".
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