martedì 3 maggio 2016
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Se inalato, un gas nervino come il Sarin provoca crisi convulsive e paralisi dei muscoli respiratori. Le vittime più esposte muoiono purtroppo in tempi brevissimi, anche 30-40 secondi dopo il “contatto”. La sostanza è volatile. E sarebbe troppo tardi per campionare il terreno, se mai il regime concedesse un’ispezione. Chi potrebbe aver ordinato l’attacco denunciato da Haaretz? La catena di comando è chiara. E punta il dito direttamente su Assad. O sui membri più influenti del suo clan. L’ordine è trasmesso ai responsabili delle branche competenti del Centro studi e ricerche scientifiche. Quindi ricevuto dallo Stato maggiore siriano, che decide i bersagli, le armi e gli agenti chimici da impiegare. Teoricamente Assad dovrebbe aver consegnato all’Opac l’intero arsenale di Sarin, 500 volte più letale del cianuro. Ne aveva diverse centinaia di tonnellate. Ma le agenzie di intelligence occidentali sospettano “negligenze” nello smantellamento. Per disperdere il Sarin (e il VX) la Siria dispone( va) di almeno due razzi d’artiglieria: uno da 140 millimetri e l’altro da 300, entrambi usati negli attacchi del 2013. I primi sono lanciati da un sistema di origine sovietica, e trasportano un carico non superiore a 2-5 litri di sostanze chimiche. Hanno una gittata di una cinquantina di chilometri e una testata molto più potente, che carica fino a 55 litri di Sarin. Assad ha sempre negato di averli. Sarà mai che abbia voluto nasconderli alla comunità internazionale per evitarne la distruzione? Occorrerebbe che qualcuno trovasse la pistola fumante: i razzi esplosi all’est di Damasco. A dire il vero, in questo momento, il regime non avrebbe nessun vantaggio tattico a impiegarli. Primo, perché le armi chimiche hanno un effetto boomerang in aree urbanizzate. Il vento può sempre cambiare direzione. Secondo: la tenuta dell’area non è così a rischio. Terzo: in questo momento l’alleanza con la Russia è vitale per la battaglia fatale di Aleppo. Perché mettere in imbarazzo Mosca, garante dell’accordo fra la Siria e l’Onu? La risoluzione 2118 del Consiglio di Sicurezza ha previsto tutto: anche l’ipotesi di violazione, che innesca direttamente il capitolo VII della Carta dell’Onu (uso delle forza). Affare da seguire. Inquietante. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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